venerdì 28 gennaio 2011

Mitico Odifreddi!




Riporto un articolo di Repubblica scritto dal matematico 'impertinente' Piergiorgio Odifreddi:
"Le abitudini sessuali del premier hanno purtroppo trasformato gli italiani in un popolo di ossimorici guardoni-puritani, e abbattuto la barriera che esisteva tra l’informazione e il gossip. Anche solo qualche anno fa, una persona normale si sarebbe vergognata di interessarsi quotidianamente allo squallore che alberga nelle camere da letto dei vecchi ricchi e (im)potenti!
Oggi sembra invece che, da un lato, questo genere di curiosità sia di colpo diventato un segno di impegno civile. E che, dall’altro lato, gli italiani progressisti si siano improvvisamente trasformati tutti in moralisti che si scandalizzano per cose che sono sempre avvenute nelle alcove del potere: da Churchill a Kennedy, da Craxi a Gheddafi (il quale, tra parentesi, sembra essere l’inventore e l’esportatore del bunga bunga).
Più che scandalizzarmi per i racconti che provengono dal “lettone di Putin”, io confesso di provare una grande pena per l’uomo Berlusconi. La provavo già prima, a dire il vero, alla constatazione che i miliardi di euro accumulati nella sua ormai lunga vita di disonesto e disonorato lavoro, non gli avevano certo portato allegria e felicità. Al contrario, l’avevano condannato a vivere in una condizione di perpetuo rancore nei confronti del mondo intero, circondato unicamente da yes-men e yes-women di abissale levatura: da Fede a Bondi, dalla Santanchè alla Brambilla.
Ma ora mi fa ancora più pena, vedere che un uomo che spergiura sui suoi figli ed è compatito dalla ex moglie come un malato, sia costretto a divertirsi pagando prostitute che stiano monotonamente a sentire i suoi discorsi politici, che gli cantino i suoi sciocchi inni, che gli ballino intorno agitando il culo e le tette, e che siano infine disposte a partecipare alle sue ammucchiate nella speranza di soldi e regali.
In tutto questo squallore, c’è però un raggio di sole. E’ l’ultima intercettazione della “cosiddetta signora” Nicole Minetti, che costituisce la testimonianza probatoria per le accuse che la signora Berlusconi aveva lanciato a proposito delle candidature politiche delle ambigue donne che giravano e girano attorno al marito.
Perchè i media, invece di continuare a intrattenerci passivamente pubblicando le intercettazioni e le rivelazioni a proposito dei festini del premier, non iniziano attivamente a scrutinare una per una le candidate che sono state elette alle politiche e alle amministrative di questi ultimi anni? Perchè non cominciano a chieder conto a certe “cosiddette signore” come sono diventate ministre, sottosegretarie, parlamentari, assessori e consigliere?
Un nome l’ha già fatto la Minetti stessa, e l’aveva già indicato anche Veronica Lario. Ma la “cosiddetta signora” Carfagna non è che la punta dell’iceberg, sia al governo che al parlamento, così come la Minetti lo è per i consigli regionali. Stanare le altre e lanciare una campagna per le loro dimissioni sarebbe un salutare rito di purificazione nei confronti del gossip perpetuo a cui ci ha condannati il crepuscolo del dio Berlusconi. "

venerdì 21 gennaio 2011

Il corpo delle donne



E’ un po’ che volevo parlare di un libro letto di recente, ma come spesso mi capita, più un argomento mi tocca più mi riesce difficile parlarne. E’ come se, dopo aver interiorizzato un’idea, non riuscissi a tirarla fuori in maniera razionale. Il libro di cui parlo è Il corpo delle donne di Lorella Zanardo. Questo libro nasce successivamente all’omonimo documentario a dir poco scioccante.


La quarta recita così:


Nel maggio del 2009 Lorella Zanardo ha messo in rete un documentario (www.ilcorpodelledonne.com), realizzato con Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi, che si proponeva di innalzare il livello di consapevolezza sull’immagine delle donne nella tv italiana. Oggetto e titolo: Il Corpo delle Donne. È stato l’inizio di un cambiamento e di una grande spinta per far riguadagnare centralità alle donne e misurare la loro incidenza sul tessuto sociale e culturale del nostro paese. L’autrice racconta qui la genesi del documentario, le reazioni che ha suscitato, l’interesse inaspettato da parte delle giovani generazioni, la necessità di uscire dagli stereotipi per giungere a una nuova definizione del femminile. Inoltre, mette a fuoco nuovi strumenti di lettura dell’immagine televisiva e dei messaggi che questa veicola. E con il capitolo Nuovi occhi per la tv passa dalla denuncia alla proposta di strumenti che consentono di guardare la tv con consapevolezza. “Spegnere la tv oggi non serve,” dice Lorella Zanardo, “il vero atto innovativo è guardarla. Insieme a chi normalmente la guarda.”



Il libro parte alla grande: la Zanardo porta il figlio a vedere una mostra fotografica sugli anni ’70 e si ritrova, felicemente stupita, in mezzo ad una calca spaventosa. La delusione sarà cocente quando scoprirà che la folla non è lì perché mossa da passione civile ma perché al piano di sotto c’è niente di meno che il Gabibbo. Partirà da questo piccolo evento nella vita della giornalista un’indagine sulla televisione italiana e sul ruolo che la donna incarna nel piccolo schermo.


Il panorama è desolante: ragazze appese in mezzo ai prosciutti, vestite con abiti sadomaso in fascia oraria protetta, conduttori di quiz e giochi vari, vestiti in giacca e cravatta (ad indicare la professionalità) affiancati da donne in bikini (ad indicare la funzione puramente decorativa e sessualmente stimolante). Inquadrature strettissime fra le gambe di una ragazza in costume che sale una scaletta per tuffarsi in una piscina; commenti di conduttori sul seno di una ragazza del pubblico (“Le tette le hai lasciate a casa?”); e poi donne mature che conducono programmi mattutini o pomeridiani con le facce devastate dalla chirurgia plastica che gonfia, tira e deforma il volto nascondendolo dietro un ‘burka di carne’ (parole dell’autrice) che nega loro l’identità e l’espressione dei sentimenti attraverso la mimica facciale.


La Zanardo ci ricorda una donna vera, che non temeva di offrire l’immagine del suo vero sé.


Anna Magnani diceva al truccatore sul set: non coprirmi le occhiaie e le rughe! Ci ho messo una vita a farmele.


Mai come in questo momento diventa attuale una lettura del genere e si capisce bene quale sia la radice di questa sottocultura che ha portato all’ammasso i cervelli di tanti, troppi telespettatori che sono anestetizzati di fronte ad una ridondanza di corpi nudi di donne che non parlano, dovendo solo offrire all’occhio di chi guarda il loro corpo.


Vi ricordate Drive In?


Il nostro mister B. lavora col cervello della gente dagli anni ’80 offrendo un circo di giullari dalla comicità scadente e mignotte a basso costo. I risultati oggi, dopo più di 30 anni di questa cultura televisiva, sono ben descritti da Ray Bradbury in Farenheit 451. Libri bruciati, televisioni accese tutto il giorno dove gli attori si rivolgono allo spettatore chiamandolo cugino/a, facendolo sentire parte della famiglia.


Non riconoscete in questa descrizione un familiare o il vicino di scrivania o il passeggero accanto a voi sul mezzo che vi porta al lavoro? Quante volte avete sentito qualcuno esprimere il proprio parere sul comportamento del partecipante di questo o quel reality?


C’è un assopimento della capacità di giudizio e uno stimolo continuo verso un voyeurismo un po’ sadico nei confronti della donna che viene guardata, giudicata e maltrattata in misura direttamente proporzionale alla sua bellezza.


Poi ci stupiamo che gli scandalosi comportamenti del premier non suscitino il conato di vomito nella popolazione. Le interviste al popolino ci offrono vecchiacci libidinosi che fanno il tifo per un 73enne che va con le ragazzine o 30enni porno-dipendenti che invidiano il suddetto 73enne perché c’ha i soldi e il potere. Quello che non comprendo sono le elettrici di centrodestra che ancora difendono il vecchio porco, come le mamme degli stupratori sempre pronte a dire che è stata la ragazza a provocare.

lunedì 10 gennaio 2011

Ricordo di un piccolo eroe


Colgo l'input del Fatto Quotidiano per pubblicare la lettera che esattamente 20 anni fa Libero Grassi inviò al Giornale di Sicilia dando il via alla sua personale battaglia contro i suoi estortori.

Grassi fu ucciso il 29 agosto del 1991, abbandonato da tutti.

Qui trovate la ricostruzione della sua storia fatta da Carlo Lucarelli.


"Caro estortore... volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia.
Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere... Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui
."
Libero Grassi, Giornale di Sicilia, 10 gennaio 1991

mercoledì 5 gennaio 2011

Bambina scopre una supernova

Da Repubblica:

Chissà se la Nasa la prenderà come uno smacco: la piccola Kathryn Aurora Gray, 10 anni da Fredericton (Canada), è la persona più giovane a scoprire una supernova che, come lei stessa spiega in quest'intervista con la Cbc, è "una stella che esplode"

Kathryn ha identificato un'esplosione di luci in uno spazio di stelle lontane 240 anni luce. "Ero così emozionata - ha dichiarato la bambina - che non ci ho dormito la notte prima di sapere se erano veramente nuove stelle". La scoperta è stata confermata subito da altri due astronomi amatoriali, l'americano Brian Tieman e il canadese Jack Newton, e poi comunicata all'Unione astronomica internazionale, che l'ha registrata sotto il nome di "Supernova 2010lt"


La Royal Astronomical Society of Canada, dal canto suo, ha confermato la scoperta lunedì, affermando che la supernova di magnitudo 17 è stata trovata nella galassia UGC 3378, della costellazione di Camelopardalis

P.S. La potevano chiamare col nome della bimba!

martedì 4 gennaio 2011

Wikirebels

Qui troverete il reportage che ilfattoquotidiano.it ha sottotitolato della televisione svedese Svt che svela tutti i retroscena dell'epopea di Wikileaks, l'organizzazione che in soli tre anni ha fatto più scoop di tutti gli altri media mondiali