venerdì 30 gennaio 2009

Il grande sonno del Presidente


Quelli del centro destra avevano paura che un presidente della Repubblica comunista non sarebbe stato un arbitro equilibrato e un garante serio della Costituzione.... avevano ragione.
Lodo Alfano che offre immunità alle alte cariche dello stato (anche per reati come omicidio o pedofilia) e caso De Magistris con annesso allontanamento di Apicella e di altri magistrati dai loro incarichi. Due esempi di lampante squilibrio.
Non a danno del centrosinistra ma a danno di tutti i cittadini onesti.

giovedì 29 gennaio 2009

Ratzy, Dio e la Shoa per Stefano Disegni






Ama il tuo prossimo ... solo se non è ebreo

Papa Ratzinger ha tolto la scomunica ai lefebvriani, la cui colpa fu di aver rifiutato le decisioni del Concilio Vaticano II voluto da Giovanni XXIII per cercare di allineare la Chiesa cattolici ai tempi moderni. I lefebvriani: infatti celebrano messa in latino, non permettono alle donne di entrare in chiesa con i pantaloni e anche le riunioni per gli esercizi spirituali vengono tenute separatamente per uomini e donne. Non si sa mai…metti che tra un Ave Maria e un Padre nostro ci scappa una occhiatina ad una tetta….
Sulla decisione di riammettere tra le fila del cattolicesimo non mi pronuncio perché la cosa non mi riguarda affatto, non essendo io cattolica. Mi pronuncio invece sulla decisione di riammettere tra le fila del cattolicesimo il vescovo Williamson convinto negazionista. Una decisione che meriterebbe una giustificazione da parte del Vaticano, vista la gravità delle affermazioni di Williamson: “Mi hanno dato dell’antisemita ma non è corretto. È semplicemente un problema di verità storica: non ci sono prove dell’esistenza delle camere a gas. Non sono il solo a dirlo”.
Cito il blog Crimini e Vaticano : “Nessuna offerta di scuse come pure hanno fatto pubblicamente e in suo nome i lefebvriani. E sarebbe difficile visto che le sue teorie negazioniste Williamson le va ripetendo da almeno 20 anni e non ha mai smentito nessuna delle tante interviste in cui dissertava sull’argomento. Lui sostiene che gli ebrei uccisi nei campi di concentramento non furono sei milioni ma al massimo 300 mila, e nessuno di loro finì nelle camere a gas. I pochi fedelissimi che sono con lui sanno poco di tutto questo, loro Williamson lo considerano quasi un santo che li ha riportati ai buoni valori della tradizione, gonne comprese. (…) Ci deve essere qualche sguardo stupito se lui sente il bisogno di insistere: “Non è una questione di emozioni o di pancia ma di raziocinio. E dal punto di vista razionale non cambio idea, sulle camere a gas le prove non ci sono”.
Anche nel libro ‘All’estrema destra del padre” di cui ho parlato qui si parla dei lefebvriani, come anche dell’Opus Dei e di altre associazioni cattoliche ultraortodosse di chiara tendenza destrorsa quando non proprio neofascista.
A proposito delle tendenze politiche di questi integralisti cattolici Emilio Carnevali scrive su Micromega: “Non bisogna commettere l’errore di considerare le aberranti parole del vescovo Williamson come una voce dal sen sfuggita, come una convinzione personale espressa avventatamente nella forma di una gaffe planetaria (…) Come ha giustamente osservato Adriano Prosperi su Repubblica (27/1) l’itinerario dei seguaci di monsignor Lefebvre ha “un rap­porto molto preciso con lo stermi­nio degli ebrei. Ciò che spinse il prelato francese a ribellarsi alla Chiesa fu la dichiarazione sulla li­bertà religiosa e l'apertura verso l'ebraismo. (…) E non è un caso che questo mondo abbia finito per incrociare la battaglia “antimoderna” che Joseph Ratzinger ha ingaggiato sin dal giorno della sua designazione sul soglio pontificio. Come non è un caso che questi stessi gruppi siano spesso fortemente legati ad organizzazioni politiche della destra identitaria e xenofoba (in Italia i collegamenti fra Lega Nord, Forza Nuova e Fraternità di San Pio X sono sotto la luce del sole).”
"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente... Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22, 37-39b)… ma se sei un lefebvriano amerai il tuo prossimo solo se non è ebreo.

martedì 27 gennaio 2009

Piazza Farnese Mercoledì 28 Gennaio 2009

Il lavoro non mi consentirà di partecipare a questa manifestazione , che sosterrò col cuore.
Spero comunque che l'afflusso sarà importante come importante è lo scopo del raduno.

Scorte ai cittadini


lunedì 26 gennaio 2009

Il labirinto di Versailles

L’altro ieri ho finito di leggere un simpatico libro. Il labirinto di Versailles di Christine Kerdellant e Eric Meyer, Editrice Nord.
Pubblico la quarta di copertina per invitarvi alla lettura

“È bastato un istante e il mondo si è fermato: ospedali, acquedotti, banche, aeroporti, ferrovie... Tutti i punti nevralgici dei Paesi occidentali sono stati presi in ostaggio da terroristi che hanno trovato un nuovo modo per colpire: un virus che blocca ogni forma di comunicazione. Soltanto Dan Barett, genio dell’informatica, sarebbe in grado di arrestare ciò che sta succedendo. Ma Dan è morto improvvisamente, lasciando alla sua ex fidanzata, Emma Shannon, un messaggio che suona come una sfida: «Io sono l’unica persona al mondo ad avere accesso a un’incredibile verità. E tu, Emma, diventerai la depositaria di un mistero gelosamente custodito per tre secoli dai re di Francia. Migliaia di uomini sono morti in suo nome, ma ora esso può salvarne altrettanti. Dipende solo da te». Seguendo le indicazioni del messaggio e con l’aiuto di Pierre Chavannes, un romanziere appassionato di Storia, Emma si lancia alla ricerca dell’«antidoto», della chiave indispensabile per fermare il caos. Ma dove si trova, questa chiave? Nei sotterranei di Versailles, la dimora del Re Sole che Dan tanto amava? Nelle mappe originali dei giardini del castello, disegnate da André Le Nòtre nel 1662 e mai ritrovate? Nella misteriosa formula matematica che dovrebbe essere tracciata proprio in quei giardini e che è la prova dell’esistenza di Dio? In una lotta contro il tempo e contro un nemico senza volto, Emma e Pierre dovranno scoprire la via d’uscita di un labirinto in cui ogni svolta può rivelarsi letale...”
Questa quarta è un po’ fuorviante perché lascia intuire che una formula matematica avrebbe potuto salvare il mondo anche all’epoca di Luigi XIV. In realtà non è così. La formula divina è in realtà una password per accedere ad una stringa di dati che salverebbe il mondo da una catastrofe di proporzioni mai viste. Immaginate che un gruppo cazzutissimo di hackers avesse scoperto la backdoor del sistema operativo più usato dai server di tutto il mondo e potesse accedere, con un sistema di phishing, a qualunque sistema: banche, centrali nucleari, case farmaceutiche, database dei servizi segreti ecc. L’unica salvezza sarebbe chiudere la Backdoor. La stringa di dati è inaccessibile perché, oltre ad essere fisicamente nascosta da qualche parte è anche protetta da una password di accesso. La password è la formula divina. I due protagonisti dovranno prima scoprire quale sia questa formula e per questo dovranno seguire le tracce lasciate da Le Notre, giardiniere di re Luigi XIV (re Sole) e progettista dei giardini di Versailles. Il complesso sistema dei giardini fu concepito rispettando la proporzione aurea (il numero phi 1.618 già citato qui )
L’equazione di Dio non è però legata a questo numero. Una volta tanto troviamo anche una spiegazione matematica dell’equazione che però non ha riscontri con la storia degli studi matematici. Consiglio la lettura anche solo per scoprire la bellezza dei giardini di Versailles.
Ho scoperto però che un matematico tentò di elaborare un’equazione che dimostrasse l’esistenza di dio. Il suo nome era Gödel. Il suo interesse per la prova dell’esistenza di Dio era solamente logico. Gödel fornisce una dimostrazione puramente logica, detta anche prova ontologica, prima nel 1941, poi rivista e conclusa nel 1970.
Per prova ontologica (dal greco òntos, genitivo di òn, participio presente di eimì, essere) si intende una dimostrazione logica dell’esistenza dell’essere, solo per mano della scolastica divenne la dimostrazione a priori dell’esistenza di Dio. A distanza di diciassette anni, nel 1987, la sua “Ontologisches Beweis” venne finalmente pubblicata negli Stati Uniti, all’interno di un volume che raccoglieva diversi suoi lavori.

venerdì 23 gennaio 2009

La dignità di Gabriella Nuzzi


Dal sito di Carlo Vulpio:

"E’ tutto chiaro, ma così chiaro, che non serve nemmeno spiegare. Il Csm manda via da Salerno i pubblici ministeri Luigi Apicella, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani poiché “colpevoli” di avere rispettato la legge, come hanno confermato tre giudici di un tribunale del Riesame della Repubblica italiana.
E’ come affermare il principio che chi non ha rubato o non ha ucciso deve andare in galera, anche in presenza della sentenza di un tribunale che attesti che quella persona non ha rubato e non ha ucciso."

"La Procura di Salerno è stata smantellata dal potere politico senza alcuna motivazione sensata ma solo per aver avuto l'ardire di indagare su politici, imprenditori, amministratori e funzionari corrotti" dice Sonia Alfano, presidente dell' Associazione Familiari delle Vittime di Mafia, annunciando la partecipazione alla manifestazione del 28 gennaio a Roma. E definisce un "piccolo colpo di Stato" la sentenza del Csm, accusando l' Anm di essersi adeguata.Con Apicella si schiera anche la testimone di giustizia calabrese Maria Giuseppina Cordopatri. "I provvedimenti con cui il Csm ha ritenuto di chiudere la vicenda De Magistris, decapitando con inaudita violenza la procura di Salerno - ha detto - si traducono in un chiaro invito al silenzio e all'omertà per i cittadini che al sud sono vittime della mafia e dei poteri forti che la nutrono".

Pubblico la lettera di Gabriella Nuzzi dove motiva le sue dimissioni dall'A.N.M. (Associazione Nazionale Magistrati), dopo che il suo presidente Palamara ha sostenuto che con l'allontanamento di quasi tutti i magistrati di Salerno dalle loro cariche 'il sistema ha dimostrato di avere gli anticorpi'.

Alla Associazione Nazionale Magistrati - ROMA

Signor Presidente,

Le comunico, con questa mia, l’irrevocabile decisione di lasciare l’Associazione Nazionale Magistrati. Il plauso da Lei pubblicamente reso all’ingiustizia subita, per mano politica, da noi Magistrati della Procura della Repubblica di Salerno è per me insopportabilmente oltraggioso. Oltraggioso per la mia dignità di Persona e di essere Magistrato.Sono stata, nel generale vile silenzio, pubblicamente ingiuriata; incolpata di ignoranza, negligenza, spregiudicatezza, assenza del senso delle istituzioni; infine, allontanata dalla mia sede e privata delle funzioni inquirenti, così, in un battito di ciglia, sulla base del nulla giuridico e di un processo sommario. Per bocca sua e dei suoi amici e colleghi, la posizione dell’Associazione era già nota, sin dall’inizio.
Quale la colpa? Avere, contrariamente alla profusa apparenza, doverosamente adottato ed eseguito atti giudiziari legittimi e necessari, tali ritenuti nelle sedi giurisdizionali competenti. Avere risposto ad istanze di verità e di giustizia. Avere accertato una sconcertante realtà che, però, doveva rimanere occultata. Né lei, né alcuno dei componenti dell’associazione che oggi degnamente rappresenta ha sentito l’esigenza di capire e spiegare ciò che è davvero accaduto, la gravità e drammaticità di una vicenda che chiama a riflessioni profonde l’intera Magistratura, sul suo passato, su ciò che è, sul suo futuro; e non certo nell’interesse personale del singolo o del suo sponsor associativo, ma in forza di una superiore ragione ideale, che è – o dovrebbe essere – costantemente e perennemente viva nella coscienza di ogni Magistrato: la ricerca della verità. Più facile far finta di credere alla menzogna: il conflitto, la guerra tra Procure, la isolata follia di “schegge impazzite”.Il disordine desta scandalo: immediatamente va sedato e severamente punito.Il popolo saprà che è giusto così. E il sacrificio di pochi varrà la Ragion di Stato. L’Associazione non intende entrare nel merito. Chiuso.
Nel dolore di questi giorni, Signor Presidente, il mio pensiero corre alle solenni parole che da Lei (secondo quanto riportato dalla stampa) sarebbero state pubblicamente pronunciate pochi attimi dopo l’esemplare “condanna”: “Il sistema dimostra di avere gli anticorpi”. Dunque, il sistema, ancora una volta, ha dimostrato di saper funzionare.
Mi chiedo, allora, inquieta, a quale “sistema” Lei faccia riferimento. Quale il “sistema” di cui si sente così orgogliosamente rappresentante e garante. Un “sistema” che non è in grado di assicurare l’osservanza minima delle regole del vivere civile, l’applicazione e l’esecuzione delle pene? Un “sistema” in cui vana è resa anche l’affermazione giurisdizionale dei fondamentali diritti dell’essere umano; ove le istanze dei più deboli sono oppresse e calpestato il dolore di chi ancora piange le vittime di sangue? Un “sistema” in cui l’impegno e il sacrificio silente dei singoli è schiacciato dal peso di una macchina infernale, dagli ingranaggi vetusti ed ormai irrimediabilmente inceppati? Un “sistema” asservito agli interessi del potere, nel quale è più conveniente rinchiudere la verità in polverosi cassetti e continuare a costellare la carriera di brillanti successi?
Mi dica, Signor Presidente, quali sarebbero gli anticorpi che esso è in grado di generare? Punizioni esemplari a chi è ligio e coraggioso e impunità a chi palesemente delinque?E quali i virus? E mi spieghi, ancora, quale sarebbe “il modello di magistrato adeguato al ruolo costituzionale e alla rilevanza degli interessi coinvolti dall’esercizio della giurisdizione” che l’Associazione intenderebbe promuovere?
Ora, il “sistema” che io vedo non è affatto in grado di saper funzionare.Al contrario, esso è malato, moribondo, affetto da un cancro incurabile, che lo condurrà inesorabilmente alla morte.E io non voglio farne parte, perché sono viva e voglio costruire qualcosa di buono per i nostri figli.Ho giurato fedeltà al solo Ordine Giudiziario e allo Stato della Repubblica Italiana. La repentina violenza con la quale, in risposta ad un gradimento politico, si è sommariamente decisa la privazione delle funzioni inquirenti e l’allontanamento da inchieste in pieno svolgimento nei confronti di Magistrati che hanno solo adempiuto ai propri doveri, rende, francamente, assai sconcertanti i vostri stanchi e vuoti proclami, ormai recitati solo a voi stessi, come in uno specchio spaccato. Mentre siete distratti dalla visione di qualche accattivante miraggio, faccio un fischio e vi dico che qui sono in gioco i principi dell’autonomia e dell’indipendenza della Giurisdizione.Non gli orticelli privati. Non vale mai la pena calpestare e lasciar calpestare la dignità degli esseri umani.Per quanto mi riguarda, so che saprò adempiere con la stessa forza, onestà e professionalità anche funzioni diverse da quelle che mi sono state ingiustamente strappate, nel rispetto assoluto, come sempre, dei principi costituzionali, primo tra tutti quello per cui la Legge deve essere eguale per deboli e potenti.So di avere accanto le coscienze forti e pure di chi ancora oggi, nonostante tutto, crede e combatte quotidianamente per l’affermazione della legalità.

Ed è per essa che continuerò sempre ad amare ed onorare profondamente questo lavoro.

Signor Presidente, continui a rappresentare se stesso e questa Associazione.

Io preferisco rappresentarmi da sola.


Dott.ssa Gabriella NUZZI

Magistrato

giovedì 22 gennaio 2009

La vergogna di Guantanamo sta per finire


Da Il Manifesto:

Nel corso della campagna elettorale l'aveva definito "uno dei capitoli più tristi della nostra storia" e ne aveva promesso la graduale ma necessaria chiusura. Nel giorno stesso del suo insediamento, Barack Obama non si smentisce, torna su Guantanamo e ordina la sospensione - per 120 giorni - di tutti i processi ancora in corso. La nota - distribuita alla stampa - è sintetica ma inequivocabile: "Nell'interesse della giustizia e su richiesta del presidente degli Stai uniti e del segretario alla Difesa, Robert Gates, il governo chiede, rispettosamente, che le commissioni militari autorizzino un aggiornamento delle procedure nei casi menzionati fino al 20 maggio." (...) E intanto, in serata, il Pentagono ha annunciato il riesame delle procedure relative alla detenzione dei prigionieri accusati di terrorismo e detenuti presso la base navale americana.
Del resto che quelle di Obama non fossero semplici promesse elettorali, lo si era capito già a dicembre quando proprio il Pentagono ricevette l'ordine di predisporre i piani per la chiusura del lager voluto da Bush e Cheney e, in particolare, per lo smantellamento del Campo Delta, la sezione destinata a "raccogliere" i cosiddetti "sospetti combattenti illegali" rastrellati sui diversi fronti di guerra.

mercoledì 21 gennaio 2009

Pio Laghi brucia all'inferno!

Io se fossi dio ... a questo punto mi fregherei le manine aspettando di giudicare l'omino qui sopra ritratto.

L'11 gennaio scorso è morto Monsignor Pio Laghi. Qui avevo già accennato alla sua oscura fama di amico di dittatori come Massera e Pinochet.


Riporto un articolo di Vania Lucia Gaito, autrice di Viaggio nel silenzio, libro denuncia sui preti pedofili. L'articolo è apparso sul suo blog e su Micromega. Ne cito alcune parti.


"Si dice che "De mortuis nihil nisi bonum", dei morti non si può dire altro che bene. Ma in alcuni casi, per quanto ci si sforzi, non si può essere politically correct. E' il caso di monsignor Pio Laghi, cardinale, Nunzio Apostolico, 85 anni, buona parte dei quali trascorsi in missioni diplomatiche. (...) Pio Laghi non era solo "un uomo di grande valore e di preclari virtù", come lo ha ricordato su "Il Tempo" il presidente della regione Molise, Michele Iorio. Diversamente lo ricordano le Madres de Plaza de Mayo, le donne argentine madri, mogli e sorelle dei 30.000 desaparecidos durante la dittatura militare che terrorizzò l'Argentina dal 1974 al 1980. In quel periodo, monsignor Laghi era già Nunzio Apostolico in Argentina. E giocava a tennis con Emilio Massera, all'epoca a capo della Marina militare argentina, di cui era intimo amico. Il 19 maggio 1997 le Madri, con il patrocinio legale di Sergio Schoklender, presentarono denuncia alle autorità italiane contro Pio Laghi, che, come è scritto nella stessa denuncia, «collaborò attivamente con i membri sanguinari della dittatura militare e portò avanti personalmente una campagna volta ad occultare tanto verso l'interno quanto verso l'esterno del Paese l'orrore, la morte e la distruzione. Monsignor Pio Laghi lavorò attivamente smentendo le innumerevoli denunce dei familiari delle vittime del terrorismo di Stato e i rapporti di organizzazioni nazionali e internazionali per i diritti umani». E inoltre denunciarono Laghi per «aver messo a tacere le denunce internazionali sulla sparizione di più di trenta sacerdoti e sulla morte di vescovi cattolici. Pio Laghi provvide, con i membri dell'episcopato argentino, alla nomina di cappellani militari, della polizia e delle carceri che garantissero il silenzio sulle esecuzioni, le torture e gli stupri cui assistevano. Questi cappellani avevano l'obbligo non solo di confortare spiritualmente gli autori dei genocidi e i torturatori, ma anche, tramite la confessione, di collaborare con l'esercito estorcendo informazioni ai detenuti». (...) È debitamente accreditata la presenza di Pio Laghi nei campi di concentramento e di sterminio dell'Argentina, mentre accompagnava gruppi di militari in ispezione e interrogava i reclusi. (...) Il Nunzio Apostolico collaborava alle decisioni riguardanti i detenuti scomparsi. In alcuni casi personalmente e in altri attraverso il Vicariato castrense. Durante il processo agli ex Comandanti, monsignor Grasselli ammise di avere il compito di redigere uno schedario con i nomi delle persone scomparse e di tenersi in contatto con il governo militare per mantenere aggiornate le informazioni in suo possesso. Nel Fascicolo 1560 della Commissione Nazionale per la Scomparsa di Persone è depositato il fatto che monsignor Grasselli informò i familiari di uno degli scomparsi accorsi a cercare informazioni, che gli scomparsi si trovavano in luoghi di "riabilitazione" e che, a quelli che egli chiamava «irrecuperabili, è possibile che qualche persona pietosa faccia un'iniezione, e l'irrecuperabile si addormenti per sempre». Pesantissima, la denuncia del giornalista Horacio Verbitsky: all'arrivo in Argentina della Commissione Interamericana per i Diritti Umani dell'OEA, i membri della Marina si ritrovarono una quantità di detenuti scomparsi ancora vivi da nascondere. A questo scopo, ricorsero ai buoni uffici di Pio Laghi. Monsignor Grasselli cedette al gruppo operativo dell'ESMA, con autorizzazione del Nunzio apostolico, un'isola nella località del Delta del Tigre chiamata «Il Silenzio», perché fosse utilizzata come Centro Transitorio di Concentramento di Detenuti. In quest'isola si riunivano regolarmente per il barbecue di fine settimana il cardinale primate di Buenos Aires Juan Carlos Aramburu e il Nunzio apostolico Pio Laghi. Quando vennero alla luce le scomparse, le torture e le atrocità commesse in questo campo di concentramento, monsignor Grasselli architettò una finta vendita dell'isola ai componenti del contingente militare della Marina, usando come identità dell'acquirente i documenti di uno dei detenuti desaparecidos registrati nel suo archivio, Marcelo Camilo Hernández, tentando di nascondere l'operato della nunziatura. Molte Madri si recarono da Pio Laghi, durante quegli anni terribili, a chiedere il suo intervento per la liberazione dei propri figli. Tra le tante, nel 1979, si reco dal Nunzio anche Hebe de Bonafini, presidente dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo. Lo stesso Nunzio apostolico ne ordinò l'arresto, la donna fu portata via da diverse pattuglie di polizia mentre era ancora in attesa di essere ricevuta da Laghi. Fu trattenuta ed interrogata per cinque ore e fu rilasciata solo grazie all'intervento di centinaia di altre Madri che mobilitarono tutte le risorse disponibili. Quando nel 1997 firmò la denuncia contro Laghi, Hebe de Bonafini disse ai giornalisti: «L'ex nunzio è stato visto nei centri di detenzione clandestini, è stato consultato sul destino dei detenuti desaparecidos e sulla forma di esecuzione pietosa e cristiana degli stessi. Ha partecipato alla decisione sul trattamento da riservare alle donne incinte, a cui fu data la possibilità di scegliere tra tortura e stupro. (...) Noi Madri abbiamo sofferto il disprezzo della Chiesa, dai cui vertici giunse la decisione, che dipendeva forse anche da Laghi, di non somministrarci la comunione "perché, eravamo piene di odio".» (...) La denuncia, consegnata alla stampa, non fu riportata nè dall'Osservatore Romano nè da Avvenire, che si limitarono a definirla "un atto contro la giustizia, l'onestà e la verità storica" e a pubblicare con ampia risonanza la smentita di Pio Laghi. (...) In ossequio al proverbio che recita "cane non mangia cane", la Conferenza Episcopale Argentina pubblicò poche righe di comunicato per esprimere la propria solidarietà al cardinale. In quanto alla denuncia, Pio Laghi come cittadino italiano avrebbe potuto essere processato penalmente in Italia per delitti commessi all'estero, con un complesso procedimento: la denuncia doveva essere inoltrata alla Procura della Repubblica attraverso il Ministero di Grazia e Giustizia, l'unico titolato a deciderne la leggittimità. Tuttavia, in quanto cardinale, Pio Laghi godeva dall'immunità, in virtù del Concordato tra Italia e Santa Sede. Immunità che può essere sospesa o ritirata soltanto dal Papa, Giovanni Paolo II, che di fatto non la sospese e non la ritirò. Pertanto la denuncia non ebbe luogo a procedere. Eppure, il suo operato in Argentina gli valse la "promozione" a Nunzio apostolico negli Stati Uniti. (...) Laghi rappresentò il Vaticano negli Stati Uniti dal 1980 al 1990, il periodo in cui gli abusi sessuali di preti pedofili nei confronti di bambini furono numerosissimi e ampiamente ignorati dalla gerarchia. Dopo le sue peregrinazioni diplomatiche, tornò a Roma e Papa Giovanni Paolo II lo nominò cardinale nel giugno 1991. Ai nipoti del cardinale Laghi è stato inviato un telegramma di cordoglio da parte di Benedetto XVI: ''La triste notizia della scomparsa del vostro caro zio cardinale Pio Laghi ha suscitato viva commozione nel mio animo nel grato ricordo del suo lungo e generoso servizio alla Santa Sede in particolare come rappresentante pontificio in diversi paesi e come prefetto della Congregazione per l'Educazione cattolica''. Il Pontefice rassicurava i familiari: avrebbe pregato Dio affinchè "voglia donargli il premio concesso ai fedeli servitori del Vangelo". Ecco, se questi sono i fedeli servitori del Vangelo..."

martedì 20 gennaio 2009

venerdì 16 gennaio 2009

Teschi di cristallo

Giorni fa ho finito un bel libro: Il teschio di cristallo di Manda Scott, Editrice Nord.Una leggenda maya narra dell'esistenza di tredici teschi di cristallo, creati dopo il diluvio che ha sommerso la mitica città di Atlantide. Nove sono colorati e destinati agli uomini; quattro sono trasparenti e appartengono al regno animale. Si dice che il 21 dicembre 2012, giorno in cui l'umanità si troverà ad affrontare l'abisso, i tredici teschi si riuniranno per dar vita al serpente piumato, Quetzalcoatl, lo spirito della Terra...
Parigi, 1556. E' un teschio di cristallo azzurro quello che Cedric Owen, medico inglese di grande fama, mostra a Nostradamus, nella speranza che questi possa svelarne il significato. Nostradamus spiega all'uomo che quell'oggetto segnerà il suo destino: Owen dovrà andare nel Nuovo Mondo, scoprire i poteri del teschio, scriverli perché non vadano perduti e infine nascondere l'oggetto, affinché torni alla luce in un momento stabilito...
Inghilterra, 2007. Seguendo le enigmatiche testimonianze lasciate da Cedric Owen nel XVI secolo, Stella, una giovane speleologa, e suo marito Kit, professore a Cambridge, esplorano le grotte dello Yorkshire e ritrovano lo scheletro di un uomo, con accanto un teschio di cristallo azzurro. Da quel momento la loro ossessione sarà capire come far riunire quel teschio agli altri manufatti di cristallo per prevenire la catastrofe dell’umanità prevista per il 2012.Ora passiamo alla reltà.
Nell’anno 1927, tra le Rovine Maya di Lubaantun (Belize, tra Guatemala e Portorico) Frederick Mitchell-Hedges, esploratore inglese, che si trovava in Sudamerica alla ricerca di prove sull’esistenza di Atlantide, aveva finanziato alcuni scavi, durante i quali la figlia Anna notò un oggetto luccicante incastrato tra le rocce: era un teschio di cristallo, perfetta riproduzione di un cranio umano (vedi sopra). Il manufatto rappresentava probabilmente un teschio femminile, del peso di circa 5kg, lungo 18cm, largo 12 ed alto 13, creato partendo da un unico pezzo di quarzo. Quaranta anni dopo il suo ritrovamento (1970), l’artefatto fu oggetto di una serie di test e analisi approfonditi e completi, ad opera di esperti in cristallografia computerizzata nei laboratori dell’Hewlett Packard, con Frank Dorland (un restauratore) in qualità di supervisore. Emerse che il teschio era stato scolpito lungo l’asse principale del cristallo: una tecnica estremamente avanzata in uso tra i moderni scultori che sfrutta l’asse di simmetria che abbassa notevolmente la possibilità di frantumare il pezzo. Inoltre sulla superficie del teschio non c’era la minima e graffiatura (che avrebbe quindi provato l’uso di strumenti metallici o moderni). Secondo Dorland la lavorazione era avvenuta utilizzando punte di diamante e tutto era stato rifinito con una miscela abrasiva di polvere di silicio e acqua: ci sarebbero però voluti approssimativamente 300 anni di lavoro. La storia ufficiale sul suo ritrovamento ha molti punti oscuri (in nessuna foto dell’epoca appare la figlia dell’esploratore e tanto meno il manufatto). Attualmente, si dice esistano di 13 teschi di cristallo ma probabilmente sono molti di più vista la proliferazione di copie moderne e contemporanee, spacciate per antiche: - l’esemplare Mitchell-Hedges, periodicamente esposto ai turisti da Anna in Canada;
- un altro è al British Museum (quello sopra)

- un teschio di cristallo si trova alla Smithsonian Institute of Washington è un esemplare di ben 20 kg., alto e largo 13 cm (vedi sopra).
Se cliccate qui troverete uno studio sui teschi dello Smithsonian e del British museum che dimostra la relativa modernità di fattura di entrambi i teschi.

- un altro ancora si trova al Musée de l’Homme di Parigi (estremamente somigliante a quello custodito nel museo londinese -si pensa siano stati acquistati da mercenari messicani alla fine dell’800). (vedi sopra)


- uno denominato “Max” è attualmente in Texas, nella fattoria dei Parks a Huston. (vedi sopra) Quarzo di 18 Kg. di peso; È stato anche pubblicato un libretto nel quale si parla del teschio, ribattezzato "Max". La famiglia “Parks” mostra il reperto in giro per gli Stati Uniti,


- un’altro (anch’esso scoperto nel Guatemala nei primi del ‘900) è noto come il “Teschio d’Ametista” o AMI (vedi sopra) perche’ scolpito nel quarzo viola (gli studi su di esso hanno dimostrato che e’ stato tagliato rispettando l’asse di simetria),Fu scoperto nel 1915 in un nascondiglio di reliquie maya in Messico. La storia non è chiara ma sembra che questo fosse parte di una collezione di teschi di cristallo in possesso del presidente messicano Diaz dal 1876 al 1910. sembrerebbe essere stato scoperto nell’area di Oaxaca. Esiste un teschio di quarzo rosa con la mandibola mobile, rinvenuto vicino al confine fra Honduras e Guatemala, simile a quello scoperto da Anna Hedges, non molto limpido nel colore e leggermente più grande, ma di un artigianato di livello incomparabile.



- “ET”: scoperto da una famglia Maya in Guatemala nel 1906.venne rinvenuto da una famiglia Maya del Costa Rica nel 1906. Il reperto è attualmente in possesso di Joke Van Dieten, che lo acquistò in una libreria di Vancouver. Il teschio venne soprannominato ET, a causa della sua forma allungata (vedi sopra)


- gli altri pezzi appartengono a privati ed altri musei mondiali, ma di tutti questi teschi non è dato sapere quali siano realmente antichi e quali invece moderni manufatti.Resta il fatto che la storia dei teschi di cristallo affascina e solletica il nostro immaginario e continuerà a farlo ….almeno fino al 21 dicembre 2012.


giovedì 15 gennaio 2009

mercoledì 14 gennaio 2009

martedì 13 gennaio 2009

venerdì 9 gennaio 2009

Know your Rights - The Clash - testo e traduzione

This is a public service announcement
With guitar
Know your rights all three of them
Number 1
You have the right not to be killed
Murder is a crime!
Unless it was done by a
Policeman or aristocrat

Know your rights

And number 2
You have the right to food money
Providing of course you
Don’t mind a little
Investigation, humiliation
And if you cross your fingers

Rehabilitation
Know your rights
These are your rights
Know these rights

Number 3
You have the right to free
Speech as long as you’re not
Dumb enough to actually try it.

Know your rights
These are your rights
All three of em
It has been suggested

In some quarters that this is not enough!

Well...
Get off the streets
Get off the streets
Run
You don’t have a home to go to

Finally then I will read you your rights
You have the right to remain silent
You are warned that anything you say
Can and will be taken down
And used as evidence against you

Listen to this
Run

Traduzione

Questo È Un Annuncio Di Pubblico Servizio
Con La Chitarra
Conosci I Tuoi Diritti
Tutti E Tre

Numero 1
Tu Hai Il Diritto Di Non Essere Ucciso
L’omicidio È Un Crimine!
Eccetto Quando Non Sia Commesso
Da Un Poliziotto O Da Un Aristocratico

Conosci I Tuoi Diritti
Numero 2
Tu Hai Diritto Al Denaro Per Il Cibo
Purchè Naturalmente
Non Ti Dispiaccia Un Po’ Di
Investigazione, Umiliazione
E Se Incroci Le Dita
Riabilitazione

Conosci I Tuoi Diritti
Questi Sono I Tuoi Diritti
Conosci Questi Diritti

Numero 3
Hai Il Diritto Di Parlare Liberamente
Sempre Che Non Ti Venga Tappata La Bocca
Mentre Ci Provi

Tutti E Tre
Ti Sono Stati Suggeriti
In Alcuni Quartieri Questo Non È Abbastanza
Bene
Scendi In Strada
Scendi In Strada
E Corri
Non Hai Una Casa Dove Andare

Alla Fine
Quando Ti Avrò Letto I Tuoi Diritti
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giovedì 8 gennaio 2009

Fantascienza metafora del reale

La moderna fantascienza nasce intorno alla metà dell'Ottocento, come reazione letteraria all'impatto della civiltà industriale sulla società e sull'individuo. Due i nomi più illustri dell'epoca, Jules Verne e Herbert George Wells; e due i modelli iniziali d'anticipazione scientifica: da un lato l'ottimismo scientista di Verne; dall'altro le visioni di Wells (critiche nei confronti del mondo a esse contemporaneo e della sua ipotetica evoluzione futura); componenti che ritroveremo, rivisitate e rimescolate in vario modo, nella fantascienza del XX secolo. La sf è spesso stata utilizzata strumento di indagine della realtà. Così temi di attualità vengono proposti straniandoli dal consueto contesto quotidiano, facendoli quindi risaltare come non potrebbe la narrativa tradizionale. Questo genere letterario consente un'osservazione delle dinamiche dell'uomo da una visuale nuova e permette una riflessione sul mondo reale attraverso la narrazione di mondi probabili. Essa può metterci in un diverso rapporto con le cose superando le apparenze, le abitudini, i condizionamenti del quotidiano. Leggere di uomini su altri pianeti, o di città del trentesimo secolo, può significare soprattutto leggere del nostro presente in modo critico. Freud notò che la letteratura è un particolare esito d'una "insoddisfazione" dello scrittore nei confronti del reale. Se ciò è vero, il genere fantascientifico offre all'estro narrativo il mezzo per riplasmare l'intero universo. Inevitabile che traspaiano connotazioni politiche, consapevole o meno che ne sia chi le scrive. Dai suoi inizi la fantascienza letteraria ha sviluppato esempi di critica anche profonda nei confronti del reale. Non era certo difficile incontrare in alcuni racconti una presa di coscienza dei problemi ambientali, o del razzismo, o la ricerca di un mondo a venire più evoluto e più a misura d'uomo. Basta pensare alla Macchina del tempo (1896) del socialista Wells, con il suo futuro di "privilegiati" e di "sfruttati".
Gli anni 50 vedono emergere la fantascienza anche in ambito cinematografico e non più solo letterario. Il messaggio politico pervade più che mai le pellicole. Nell’era maccartista della caccia alle streghe comuniste, il genere della fantascienza risente più di ogni altro del clima politico. I film parlano di invasioni aliene e malvagi colonizzatori da altri mondi. Emblematico è l’esempio di Don Siegel con L’invasione degli ultracorpi che ormai è un film di culto. Anche se in maniera un po’ rozza e rudimentale, Siegel mette l’accento sul problema dell’infiltrazione degli esterni (ossia del comunismo che si insinua nella società). I duplicati umani che si generano dai baccelli negli scantinati delle case sono l’essenza del comunismo: un regime che annulla la volontà e i sentimenti individuali, trasformando gli uomini in automi. Altri esempi sono dati da film come La cosa dall’altro mondo, dove l’alieno assume sembianze umane e si sostituisce all’originale, contaminando la specie umana e la società occidentale. Per evitare le conseguenze del Maccartismo e i tabù della Guerra Fredda, produttori e registi utilizzarono il genere fantastico per realizzare film di critica politica. La versione originale di Ultimatum alla terra di Robert Wise, alludeva al clima di sospetto e caccia alle streghe dell’America di quegli anni, senza contare il messaggio pacifista insito nel film che poco si adattava alla guerra fredda e alla gara agli armamenti che URSS e USA avevano ingaggiato.

Un discorso a parte merita Spielberg che, con Incontri ravvicinati del terzo tipo, apre un filone ‘realistico’ della fantascienza. Il film non è una metafora politica e sociale ma una fotografia di una particolare realtà, quella degli avvistamenti UFO. Sembra infatti che la realizzazione di questo film sia stata incoraggiata dal Pentagono, anche se di questa notizia non esistono prove certe. Lo scopo era quello di cambiare la mentalità del popolo americano riguardo i contatti con civiltà extraterrestri. Dopo anni di tentativi di invasione da parte di alieni cattivi ora si vuole diffondere un messaggio diverso. Gli alieni possono essere amici e i fenomeni di abduction (rapimenti) non sono per forza un fatto negativo. Spielberg si avvalse della consulenza dell’astronomo Hyneck che condusse la prima seria indagine sul fenomeno UFO proprio per il pentagono.
Altra epoca di forte propaganda politica furono gli anni 80 che videro svilupparsi una cinematografia filo-reaganiana e orientata ad una visione vincente dell’America e del suo stile di vita (penso ai sequel di Rambo, a quelli di Rocky, alle commedie di Michael J. Fox e di Tom Hanks ecc). Del 1986 è Aliens – lo scontro finale, dove i marines combattono le malvage creature partorite dal genio di H. Giger. Del 1988 una voce fuori dal coro è stata indubbiamente quella di John Carpenter che, con il film Essi Vivono, criticò fortemente il sistema consumistico occidentale.

Negli stessi anni la letteratura sf vive un cambiamento sostanziale dei contenuti con la nascita del cyberpunk. Nel 1984 William Gibson pubblica Neuromante. Pervasività e amplificazione dei nuovi media, mutazioni genetiche incontrollate, proliferazione di delinquenza, violenza, precarietà, estremo degrado ambientale, perdita di potere delle istituzioni e comunque sparizione di uno Stato dalle connotazioni sociali anche minime. In questo contesto, i personaggi si muovono ai limiti della legalità e interessati esclusivamente alla propria sopravvivenza. Trova spazio l’insofferenza verso i poteri forti. Inoltre la convinzione che le nuove tecnologie possano e debbano essere di tutti, e che solo una loro adeguata padronanza da parte delle fasce basse possa contrastare i nuovi scenari di potere. Lo spirito no global si fa avanti. La filosofia cyber accetta la tecnologia, se ne impadronisce e la usa come arma di ritorsione. Rappresentativi del nuovo genere sono film come Johnny Mnemonic e Strange days, dove gli uomini spendono i loro soldi per innesti cyborg e le classi basse utilizzano tecnologia di scarto (low tech) o illegale per sovvertire l’ordine politico ed economico. Un altro filone filmico ripesca la produzione di P. Dick che, negli anni ’50, affrontava il lato oscuro della tecnologia e delle macchine. Queste evolvono, si riproducono e acquistano autonomia fino a sostituirsi all’uomo, talvolta senza averne coscienza. Blade runner e Screamers ne sono un esempio e, tra i due, Terminator ne eredita la filosofia.La fantascienza cinematografica attuale non perde la sua occasione di specchiare la realtà per offrire il suo messaggio. Ora che la politica mondiale non vede più blocchi contrapposti ma opposte culture, acquista spazio la tematica della diversità e della tolleranza. Ecco che Men in black dà spazio all’accoglienza dei migranti da altri mondi, mentre X Men affronta l’altro che è vicino a noi o dentro di noi.

Resta immune dalla critica e dalla propaganda politica la saga di Star Wars che prende in prestito la struttura del romanzo fantasy, anche se il messaggio anti- assolutistico è presente anche qui. Diversa è l’evoluzione della saga di Star trek che, sin dalla serie originale mostra un orientamento decisamente riformista: troviamo un equipaggio multi-etnico in un epoca in cui non solo la guerra fredda imperava, ma i contatti interrazziali erano ancora stigmatizzati. La puntata in cui Kirk bacia Uhura è entrata nella storia, mentre il russo Checov è ospite fisso della plancia così come il giapponese Sulu (erano passati pochissimi anni da quando in America migliaia di nippo-americani furono internati in campi di concentramento).

mercoledì 7 gennaio 2009

Il buio oltre le seppie

Ho appena scoperto che è uscito il nuovo stupidario per librai e non.

Il buio oltre le seppie, come il precedente Fu Mattia Bazar, raccoglie le corbellerie che clienti e, talvolta, librai sfornano nei templi della cultura di tutta Italia.

Alcuni esempi:

da Cristo si è fermato a Lebole, a Il ritratto di Christian Dior e da Uccelli di rogo a La moltitudine dei numeri dispari.«Avete le opere di Honoré de Baldrac?»«Avete Centomila anni di solitudine di Marquez?»

Costa solo 5 euro. Risate assicurate!