lunedì 30 giugno 2008

Miglia da percorrere prima di dormire


Di chi sia il bosco credo di sapere
Ma la sua casa è in paese:
così egli non vede che mi fermo qui
a guardare il suo bosco riempirsi di neve
troverà strano il mio cavallo
fermarsi senza una casa vicino
tra il bosco e il lago gelato
la sera più buia dell’anno
da una scrollata al suo sonaglio
per domandare se c’è uno sbaglio:
il solo altro suono è il fruscìo
del vento lieve, dei soffici fiocchi.
bello è il bosco, buio e profondo,
ma io ho promesse da non tradire,
miglia da percorrere prima di dormire,
miglia da percorrere prima di dormire.

Robert Frost

venerdì 27 giugno 2008

Bianchezza di Pierangelo Bertoli



Con il tuo sguardo da allevatore e la tua bocca di frasi usate


I tuoi amici di un altro mondo e le tue colpe dimenticate


Con i tuoi giochi di colombe bianche e i tuoi vestiti di incenso e d'oro


Con il tuo trono su tanti morti e la ricchezza senza lavoro


Un palco, luci, gente che ti ammira


Uomini in ginocchio, una lunga fila


I tuoi scagnozzi anche nelle scuole a costruire un gregge vendendo le parole


Una speranza in fondo ti sostiene, di costruire un mondo dove il pastore è un bene


Dove comandi tu su tanta gente


Dove ci sia la fede come nel medio oriente


Col tuo passato di inquisizione e il tuo presente da denunciare


Col tuo futuro di medioevo e i tuoi pensieri nel capitale


Col tuo sorriso di porcellana e i tuoi ritorni che chiami nuovi


Le tue indulgenze vendute all'asta e le crociate che non ritrovi


Tu che sconfiggi spiriti cattivi, che oscuri il sole e i più famosi divi


I tuoi seguaci devono pregare perché voi siete pochi ma nati per pensare


Pensare a tutto il peso della vita e quando il giorno al farà finita


Tu siederai nel cielo tra le stelle


E a chi ha creduto tanto darai le caramelle


Con i tuoi sogni senza materia e i tuoi fratelli sotto alle scarpe


Con i tuoi figli bruciati al rogo ed i tuoi giorni vissuti a parte


Con i tuoi versi di sette jene e i tuoi principi di colabrodo


E i tuoi diritti senza ragione e la facciata tenuta a modo


Il sacramento, poi la Sacra Rota


La verginità, l'astinenza devota


Le donazioni fatte dai penitenti e i più pietosi veli calati sui conventi


La tua censura, la religione di Stato


Dal codice Rocco verso il Concordato


La frigidità, le torture più vere


E le benedizioni sulle camicie nere.


Video

giovedì 26 giugno 2008

I pantaloni di Pitagora


Cavalcando l’onda del post precedente oggi parlerò di un libro decisamente rivelatore per me e per qualunque profano di storia della scienza. Parlo di Wertheim, I pantaloni di Pitagora. Dio, le donne e la matematica, Instar Libri.
Questo libro offre una panoramica sulla storia della scienza e in particolare sui contributi che sono stato dati, nell’arco dei secoli, da molte donne in seguito dimenticate. La tesi di fondo che motiva l’esclusione delle donne dal mondo scientifico è che la donna non sia portata per le materie scientifiche e tecniche. Questo mi ricorda tanto i discorsi del prof. di visual Basic che ripeteva questa tesi ad ogni lezione, salvo poi utilizzare ex alunne in gamba (e non particolarmente avvenenti .. lo dico per anticipare un commento ovvio) che tenevano lezioni a parte sul conteggio esadecimale e sulla programmazione a oggetti. Vabbè..storia di vita vissuta, come direbbe il mio adorato AleNet.
Tornando al libro in questione vorrei stralciare le storie di un paio di scienziate davvero in gamba, delle quali probabilmente nessuno di voi avrà sentito parlare.
Porterò due esempi molto lontani tra loro nel tempo.
La prima donna scienziata di cui si abbia notizia nella storia occidentale è Ipazia di Alessandria. Le sue opere sono andate perdute ma il suo ricordo permane nel tempo. Nacque nel IV secolo, periodo fortemente influenzato dal pensiero di Aristotele, secondo il quale la donna non era un essere del tutto umano (e qui immagino molti maschietti sogghignare …vi dirò, qualche volta avete decisamente ragione; ci sono donne che sono più assimilabili al mondo dei pennuti – l’oca nella fattispecie; d’altra parte ci sono uomini che sembrano essere rimasti un gradino indietro nella scala dell’evoluzione come quelli che leggono solo in un’occasione: quando gli capita a tiro Il corriere dello sport al bar, fanno commenti sulla commessa gnocca e si grattano il pacco ogni minuto. Questo per dire che le due metà del cielo hanno entrambe una rappresentanza poco onorevole).
Ma torniamo alla nostra Ipazia.
La leggenda narra che Teone, astro­nomo e matematico, volesse fare della figlia un essere per­fetto. Seguendo le orme del padre, Ipazia diventò una celebre insegnante di matematica e filoso­fia. Nel IV secolo la crescente pressione del settarismo reli­gioso aveva portato all'istituzione di scuole separate per cristiani, ebrei e pagani, ma Ipazia impartiva lezioni a tutti, e la sua casa rappresentava un luogo dove gli eru­diti si riunivano.
Oltre all'insegnamento si dedicò alla stesura di testi di matematica. Compilò tavole di posizione dei corpi celesti. Oltre agli aspetti teorici, Ipazia s'inte­ressò di meccanica e tecnologia applicata: progettò diver­si strumenti scientifici, compreso un astrolabio piano che serviva a calcolare il tempo e a misurare le posizioni del Sole, delle stelle e dei pianeti. Ipazia fu una dei tanti intellettuali che aderirono al movimento noto come Neoplatonismo, i cui seguaci proponevano la loro filosofia come risposta all'affermazione del Cristianesimo, e Pitagora come alternativa razionale alla figura di Cristo. Nel 412 un fanatico cristiano di nome Cirillo diventò Patriarca di Alessandria e avviò una campagna di allontanamento dalla città di Ebrei e Neoplatonici. Quale esponente di rilievo del secondo gruppo Ipazia attirò l'attenzione. Nel 415 fu aggredita da una turba di esaltati, fatta a pezzi e bruciata.
Dal IV secolo balziamo ora nel XX per parlare di Emmy Noether.
Emmy (1882-1935) è stata una dei più grandi matematici del secolo, chiamata insieme con altri a collaborare con Einstein nella formulazione della relatività generale. Emmy sviluppò anche uno dei concetti matematici diventati in seguito fondamentali tanto per la fisica delle particelle quanto per l'attuale ricerca di una sintesi tra relatività generale e meccanica quantistica. Una sua biografa la descrive così: “Ignorava qualsiasi convenzione legata alla femmini­lità. Era sovrappeso, entusiasta, caparbia, e poi disordi­nata, per nulla elegante, e sempre a proprio agio. Ama­bile, totalmente disinteressata, cordiale.” Possedeva molte delle qua­lità per cui Einstein ci risulta simpatico, ma in lei quei tratti sono stati bersaglio di critiche.
Emmy contribuì a sviluppare formulazioni matematiche per molti concetti della relatività generale, sempre senza incarico ufficiale né stipendio. La sua unica entrata veniva da un modesto fondo stanziato per lei dagli zii materni.
Fu tra i fondatori dell'algebra astratta che, in forma molto semplificata, sarebbe poi entrata in tutte le scuole degli Stati Uniti con il nome di ‘nuova matematica’. Gli esperti della disciplina la cono­scono per i suoi innovativi studi di algebra, ma ai fisici è nota per il teorema che porta il suo nome. Questo teorema è diventato centra­le nella ricerca contemporanea di una teoria unificata delle forze e delle particelle, la famosa teoria unica che dovrebbe fondere relatività e meccanica quantistica in un solo insieme.
Negli anni ‘30 Emmy Noether era internazional­mente considerata dai matematici una figura di primo piano, ma nel 1933, quando Hitler salì al potere ed ebbe luogo l’allontanamento degli accademici non ariani, fu tra i primi a perdere il posto. Donna, ebrea, libe­rale e pacifista, Emmy rappresentava tutto ciò che i nazisti disprezzavano. A differenza di Einstein, assunto presso l'Istituto di Studi Superiori di Princeton, Emmy non riuscì a ottenere un incarico di ricercatrice. Alla fine accettò di andare a insegnare matematica all'Università femminile di Bryn Mawr. Nel 1935, quando sembra­va che l'Istituto di Studi Superiori avesse deciso di assu­merla, morì per complicazioni insorte a seguito dell'aspor­tazione di una cisti ovarica.

Conserva il tuo diritto a pensare, poichè anche pensare in modo erroneo è meglio che non pensare affatto. Insegnare superstizioni per cose vere è la più terribile tra le azioni

Ipazia di Alessandria

mercoledì 25 giugno 2008

Ada... un mito cyberpunk... una storia vera




Oggi voglio raccontare la vita di una delle tante donne che sono scomparse dalla storia della scienza ancor prima di entrarvi. Anche questa figura è uscita dalla porta della storia ufficiale salvo poi rientrare nelle pieghe del sapere attraverso le finestre dell’immaginario, grazie alla letteratura cyberpunk.
Augusta Ada Byron, figlia del famoso poeta, viene considerata la prima programmatrice della storia.
Figlia di Annabella Milbanke e di Lord Byron, sposò a diciannove anni Lord William King conte di Lovelace. A diciotto anni, assieme all’ingegnere Charles Babbage (1791-1871) progettò quella che passò alla storia come the Analitical Engine: la Macchina Analitica.
Babbage stava lavorando al progetto di una macchina (the Different Engine) che calcolasse tavole aritmetiche.
Nel 1842 Louis Menabrea, un ingegnere militare italiano, depositò nella Biblioteca Universale di Ginevra il suo Abbozzo della Macchina Analitica inventata da Charles Babbage. In seguito, scrisse Babbage, “la contessa di Lovelace mi informò di aver tradotto il libro di Menabrea dal francese all’inglese.” Impressionato da quel lavoro Babbage la invitò a raggiungerlo per sviluppare la macchina. Ada aveva aggiunto note a piè di pagina e sezioni esplicative che avevano valorizzato enormemente l’originale; a lavoro concluso Ada aveva ampliato di tre volte il libro di Menabrea.
Babbage pubblicò il libro di Ada, firmato solo con le sue iniziali: A. A. L. Nacque così un’intensa collaborazione tra Ada e Babbage. Il suggerimento di Ada su come la macchina avrebbe potuto calcolare i numeri di Bernoulli le è valso il titolo di prima programmatrice della storia.
Ada ebbe tre figli, ma non era votata alla maternità e preferiva lo studio al ruolo di madre. Fu malata per la gran parte della sua vita: aveva attacchi d’asma e paralisi che avevano fatto pensare ad una forma di isteria. Provò varie cure prima di passare all’oppio nel 1840. Nel 1851 le fu diagnosticata una profonda ulcerazione dell’utero. Morì nel 1852 a 36 anni presumibilmente di cancro.
Quando Ada esplorò le potenzialità della Macchina Analitica, pensava anche alla possibilità che tale macchina potesse comporre della musica.
Ora, un secolo dopo, il suo sogno è divenuto realtà: i computer compongono musica.

Ada Lovelace ha ispirato un personaggio letterario nel libro Different Engine degli autori cyberpunk William Gibson e Bruce Sterling, i quali vi hanno incluso le lettere autentiche scritte da Ada a Babbage. Inoltre un linguaggio software sviluppato nel 1979 dal Dipartimento della Difesa Americano fu chiamato ADA in suo onore.

martedì 24 giugno 2008

Oak Island e il Money Pit



Il mio arzigogolato viaggio nelle pieghe dell’immaginario umano mi porta oggi a parlare di tesori nascosti, oggetto di fantasie sfrenate di tanta letteratura e cinema.
Oak Island è una piccola isoletta canadese situata presso la Mahone Bay, in Nova Scotia.
E' visitata ormai da anni da schiere di ricercatori di tesori e appassionati di enigmi archeologici.
Da molti è considerata l’oggetto di una delle più lunghe cacce al tesoro degli ultimi secoli. Il desiderio che tutti vorrebbero esaudire è quello di scoprire il tesoro nascosto in fondo ad un pozzo, il Money Pit, il cui fondo resta insondabile a causa di un complesso sistema di vasi comunicanti in virtù dei quali più si scava, tentando di prosciugarlo, più il pozzo si riempie d’acqua.
Ma veniamo alla storia: nel 1795 un ragazzo di nome Daniel McInnis (o McGinnis) trovò una profonda depressione del terreno accanto ad una quercia alla quale era appesa una vecchia carrucola. Raccontato il fatto a due amici esperti di leggende sui pirati, il giorno dopo Daniel e i suoi due amici tornarono sul posto armati di vanga e cominciarono a scavare senza trovare nulla fino a quando, scoraggiati, furono contattati da un uomo d’affari di nome Simeon Lynds le cui intenzioni erano di creare un consorzio di cercatori di tesori, che fu poi chiamato Onslow Company.
I lavori, iniziati nella prima decade dell’800 portarono al ritrovamento di diversi strati di legno di quercia a intervalli di 3 metri uno dall’altro. Furono anche trovati strati di altri materiali, alcuni non presenti sull’isola e neanche nelle vicinanze:
a circa dodici metri fu scoperto uno strato di carbone di legna , a quindici metri uno strato di mastice, a diciotto uno strato di fibra di cocco, a ventisette metri una pietra di porfido egizio con su inciso una frase tradotta: “Quaranta piedi sotto sono sepolte due milioni di libre” .
Al termine degli strati i cercatori sondarono col bastone per saggiare la consistenza del terreno e arrivarono a tastare una superficie che poteva sembrare di legno, ma ormai fattasi notte, abbandonarono il lavoro per tornarvi la mattina seguente. Al loro ritorno trovarono il pozzo completamente allagato in tutta la profondità (avevano scavato circa 60 metri). Avevano innescato una forma di difesa idraulica che aveva permesso all’acqua di riempire lo scavo. Finchè era sigillato dalle pavimentazioni superficiali, non permetteva all’aria di uscire e di conseguenza all’acqua di penetrare. Una volta tolto il “tappo” l’acqua avevariempito il tutto fino a livello del mare. Sono stati disegnati degli schemi della probabile struttura del pozzo che rivelano un’opera di ingegneria idrica eccezionale.
Fu usata una trivella che trapassò gli strati del pozzo fino a raggiungere quelli che furono identificati come barili. Al ritiro della trivella furono recuperati da Lynds tre anelli di una catena d’oro. In seguito fu inserita un altro tipo di trivella per raggiungere il pozzo in maggiore profondità. Quando la trivella tornò in superficie un operaio addetto agli scavi accusò un altro di aver recuperato qualcosa dalla trivella. Durante l’interrogatorio l’operaio promise di rivelare tutto agli investitori, ma morì misteriosamente prima di parlare. Una volta appurato che l’acqua contenuta nel pozzo fosse acqua di mare e che il livello seguisse il movimento delle maree fu effettuato un sopralluogo che accertò che la spiaggia attorno a Money Pit era artificiale. La compagnia finanziò la costruzione di una diga che ne evidenziò la presenza di una più antica e di una serie di tunnel, che convergevano verso il Money Pit. Una tempesta però spazzò via la diga prima che fosse terminata.
Incidenti e morti funestarono le ricerche negli anni: un operaio morì per lo scoppio di una caldaia impiegata per il prosciugamento del pozzo. Incidenti successivi provocarono il cedimento delle piattaforme di legno e il crollò del pozzo del tesoro. Negli anni (fino al 1955) si susseguirono scavi e sporadici ritrovamenti riguardanti frammenti di legno lavorato, di metalli e di una sostanza che, successivamente studiata, si rivelò essere un materiale artificiale simile al cemento.
Nel 1959 5 persone morirono asfissiate nel tentativo di scavare di un pozzo parallelo al Money Pit. Infine nel 1971 fu impiegata una nuova trivella. Dopo il ritrovamento di frammenti di ottone e legna fu calata nel pozzo una telecamera che rilevò la presenza di due o tre casse e di un corpo umano. Nel 1995 fu redatto un rapporto sull’isola Oak e da allora i cacciatori di tesori continuano a tentare di trovare il tanto bramato e misterioso tesoro del Money Pit.
Su questo sito troverete una riproduzione dell’iscrizione trovata all’interno del pozzo.
Se volete fare una visita virtuale di Oak island andate qui .
Preston e Child hanno scritto uno splendido romanzo (Marea, editore Sonzogno) sul Money Pit e la sua storia e, naturalmente, offrono la loro personale soluzione del mistero.


Da leggere!

lunedì 23 giugno 2008

Tears of the dragon / Le lacrime del drago di Bruce Dickinson

For too long now / Per troppo tempo

There were secrets in my mind / Ci sono stati segreti nella mia mente

For too long now / Per troppo tempo

There were things I should have said / Ci sono state delle cosa che avrei dovuto dire

In the darkness / Nell'oscurità

I was stumbling for the door / Camminavo nervosamente davanti alla porta

To find a reason / Cercando una ragione

To find the time, the place, the hour / Cercando il momento, il posto, l'ora

Waiting for the winter sun / Aspettando il sole dell'inverno

And the cold light of day / E la fredda luce del giorno

The misty ghost of childhood fears / I fantasmi oscuri delle paure infantili

The pressure is building / La pressione sta crescendo

And I can't stay away / E non posso restare

I throw myself into the sea / Mi getto nel mare

Release the wave / Libero l'onda

Let it wash over me / La lascio riversare sopra di me

To face the fear / Per affrontare la paura

I once believed / In cui una volta credevo

The tears of the dragon / Le lacrime del drago

For you and for me / Per te e me

Where I was / Dov'ero

I had wings that couldn't fly / Avevo le ali e non potevo volare

Where I was / Dov'ero

I had tears I couldn't cry / Avevo lacrime e non potevo piangere

My emotions / Le mie emozioni

Frozen in an icy lake / Congelate in un lago di ghiaccio

I couldn't feel them / Non potevo sentirle

Until the ice began to break / Prima che il ghiaccio iniziasse a rompersi

I have no power over this / Non ho più altra forza oltre a questa

You know I'm afraid / Lo sai, sono stanco

The walls I built are crumbling / I muri che ho costruito si stanno sbriciolando

The water is moving / L'acqua si sta muovendo

I'm slipping away / Dormo ancora

I throw myself into the sea / Mi getto nel mare

Release the wave / Libero l'onda

Let it wash over me / La lascio riversare sopra di me

To face the fear / Per affrontare la paura

I once believed / In cui una volta credevo

The tears of the dragon / Le lacrime del drago

For you and for me / Per te e me

Slowly I awake / Lentamente mi sveglio

Slowly I rise / Lentamente mi alzo

The walls I built are crumbling / I muri che ho costruito si stanno sbriciolando

The water is moving / L'acqua si sta muovendo

I'm slipping away / Sto dormendo ancora

I throw myself into the sea / Mi getto nel mare

Release the wave / Libero l'onda

Let it wash over me / La lascio riversare sopra di me

To face the fear / Per affrontare la paura

I once believed / In cui una volta credevo

The tears of the dragon / Le lacrime del drago

For you and for me / Per te e me


Video

venerdì 20 giugno 2008

Freaks


Teratogenesi viene dal greco e vuol dire ‘generazione di mostri’.

Nella tradizione greca la comparsa dei mostri veniva per lo più interpretata come un evento nefasto. In Grecia la concezione del bello aveva un significato metafisico: il kosmos (l’ordine che Zeus portò con l’eliminazione dei titani- gli dèi precedenti) esprimeva l'ordine dell'universo, bello e perfetto nello stesso tempo. L'idea del bello era legata a filo doppio con l'idea del buono: kalòs kai agathòs (bello e buono). Gli spartani gettavano dalle rupi i neonati imperfetti; lo stesso facevano anche i Romani. I filosofi tentavano di dare un senso alla presenza degli esseri deformi, elementi caotici nell’ordine imposto da Zeus.
La loro tesi più longeva fu quella per cui la donna incinta poteva causare la malformazione del feto solo guardando animali o immaginando creature fantastiche.
L'idea che le fantasie della madre potessero imprimere al feto forme mostruose si ritrova in tutte le epoche sino al tardo '700 e sopravvive sino ai giorni nostri nelle credenze popolari sull'origine delle 'voglie' dei neonati.
La donna che rimaneva impressionata in negativo o che immaginava in positivo qualcosa di mostruoso, conduceva ad emozioni che potevano creare un mostro.
La donna doveva essere disciplinata e controllata dunque, perché la possibilità che generasse mostri riposava nella sua indisciplina corporea e immaginativa.
La filosofia, da Foucault in poi, ha indicato questo tentativo di controllare il corpo femminile con il termine: ‘Biopolitica’. L’espressione più evidente di questo termine lo troviamo in tutti i regimi razzisti e nazionalisti che arrivarono a considerare in maniera scientifica la donna come il contenitore di una discendenza pura fino a giungere alle espressioni più violente nelle recenti guerre balcaniche e del continente africano fatte di stupri etnici: il corpo della donna diventa una terra da conquistare. Oggi in Italia una donna non può accedere alle tecniche di fecondazione assistita se non è regolarmente sposata. Sono esclusi tutti i soggetti caotici per la morale cattolica come omosessuali, conviventi e single.
La biopolitica definisce e tutela la ‘normalità’ ad ogni costo e aborrisce il diverso mostrificandolo.
Nonostante i tentativi di arginare la presenza dell’elemento caotico attraverso leggi e convenzioni sociali, la nostra cara vecchia società postindustriale non riesce a liberarsene del tutto. Così quello che esce dalla porta della legge e della medicina rientra dalle finestre dell’immaginazione e della fantasia sotto forma di letteratura e film.
Nel 1931 uscì in America un film tanto sconvolgente per l’epoca da venire censurato in diversi stati del mondo: ‘Freaks’ di Tod Browning.
La MGM che pretendeva che Freaks fosse il degno rivale di Frankenstein (1931) della Universal, rimase di pietra quando vide il risultato finito e compì tagli su tagli alla pellicola fino a rinnegare l'opera stessa. In Inghilterra fu proibito per 30 anni .
L’intento della pellicola era di aprire la mente del pubblico ribaltando l’ormai antichissimo concetto greco di kalòs kai agathòs (bello e buono..lo ridico, non si sa mai).
Qui si sottolinea la normalità dei mostri e la mostruosità dei normali, cosa che ora è divenuta un cliché del cinema (pensiamo a Elephant man di David Lynch del 1980) ma nel 1931 era qualcosa di davvero originale.
La storia è abbastanza semplice: un gruppo di 'Freaks', uomini e donne affetti dalle più incredibili malformazioni, sono la principale attrazione di un circo. Uno di loro, il nano Hans, diviene preda delle avide mire della bellissima acrobata Cleopatra, che lo convince a sposarla con l'intenzione di ucciderlo e di appropriarsi delle sue fortune, per poi dividerle con l'amante Ercole. Scoperto l'imbroglio, la vendetta di Hans e dei suoi amici sarà terribile (il vero finale fu eliminato perchè troppo violento, poichè si vedevano le torture cui venivano sottoposti Cleopatra e Ercole).
Non c’è possibilità di interazione tra il mondo dei ‘normali’ e quello dei ‘diversi’. I ‘normali’ che si mostrano solidali con i freaks vengono disprezzati e considerati su un livello più basso di esistenza. La parità esiste solo all’interno della stessa classe, a sua volta definita dall’estetica del corpo. La radice di questo confine invalicabile, pena l’esclusione sociale, risiede nella paura dell’altro, del caos e del tratto non-umano all’interno di noi stessi.
Ci sono alcuni stati degli USA in cui è ancora in vigore il divieto di proiezione di questo film.
Dagli anni ’30 ad oggi il balzo dell’immaginario è stato notevole, grazie anche alla tecnologia che ha aperto nuovi orizzonti dell’immaginario.
Così il cyberpunk mostrifica i corpi ‘normali’ con innesti meccanici e impianti cibernetici. Il binomio non è più tra kaos e kosmos, ma tra low tech e high tech. L’accesso ai diversi livelli di tecnologia ridefinisce la classe di appartenenza.
La fantascienza d’altro canto mantiene i piedi in entrambe le staffe. Alien colloca il mostro dentro i nostri corpi; un mostro che si nutre di noi per poi distruggerci. X-Files ci mostra l’ibridazione con gli alieni, nuovi mostri creatori di altri mostri. Star Trek - Primo contatto ci fa assimilare dai Borg, connubio di carne e tecnologia asservite all'efficienza e alla perfezione assolute. Infine X-Men rende il ‘normale’ obsoleto, poiché i mutanti, con i quali lo spettatore solidarizza, costituiscono la naturale evoluzione della specie umana. Da Freaks a X-Men si chiude il cerchio dell’identificazione col diverso.

Il sonno della ragione genera mostri, Goya, 1799

giovedì 19 giugno 2008

Maab



Da Romeo e Giulietta di Shakespeare: I Atto, scena IV. Sono in scena Romeo e Mercuzio.


ROMEO: Stanotte ho sognato un sogno।[...]


MERCUZIO: Oh, vuol dire allora che la regina Maab è venuta a farti visita. È la levatrice delle fate, e se ne viene in forma non più grossa che una pietra d'agata all'indice d'un consigliere comunale, trainata da un equipaggio di piccoli atomi traverso i nasi degli uomini quand'essi giacciono addormentati. I raggi delle sue ruote sono fatti di lunghe zampe di ragno; il mantice di ali di cavallette; le tirelle dei più esili fili di ragnatela; i pettorali dei rugiadosi raggi della luna; il manico della frusta d'un osso di grillo; la sferza appena d'un filamento. Il cocchiere, poi, è un moscerino dalla bigia assisa, non grande neppure a metà quanto il piccolo vermiciattolo arrotolato tratto fuor dal dito pigro d'una fanciulla. Una noce svuotata è il suo cocchio, lavorato dallo scoiattolo ebanista o dal vecchio lombrico, che da un tempo immemorabile si son fatti carrozzieri delle fate. E in questo arnese ella galoppa ogni notte attraverso il cervello degli amanti, e li fa sognare d'amore; sulle ginocchia dei cortigiani, che così sognano subito di elaborati inchini; sulle dita degli avvocati, che non mettono tempo in mezzo a sognar parcelle, sulle labbra delle belle donne, che immantinente sognano baci: ma quelle, incollerita, Maab subito affligge di pustole, da che l'alito loro è guasto dal mangiar troppi confetti. Galoppa ella talvolta sul naso d'un usciere di tribunale, che sogna di snuffiare un processo, e si reca talora con la coda d'un porcellino della decima a fare il solletico sott'al naso d'un parroco addormentato, che sogna d'aggiungersi un altro benefizio. E gira a volte in carrozza attorno al collo d'un soldato, e questi sogna di tagliar gole straniere, e breccie e imboscate e lame spagnole e brindisi in bicchieri profondi in cinque tese; e d'un tratto, ecco, egli sente rullare il tamburo, e trasalisce e si desta, e, colpito dallo spavento, bestemmia qualche giaculatoria, e subito ripiomba nel sonno. Questa è la stessa Maab che a notte intreccia le criniere dei cavalli, e stringe dei magici nodi nei loro crini unti e bisunti, che, se districati, portano con sé il malocchio. È lei la maga che quando le fanciulle giacciono in letto con la pancia all'aria, le preme e insegna loro a portare, e le trasforma in donne di bel portamento. Essa è colei......


ROMEO: Basta, basta Mercuzio, basta! Tu parli del nulla.


MERCUZIO: E' vero, io parlo di sogni, che sono i figliuoli d'un cervello ozioso, generati da null'altro se non da un vano fantasticare, e d'una sostanza imponderabile quanto l'aria, e più incostante del vento che pur ora corteggia il gelido seno del settentrione, e che indi, crucciato, muove rivolto il viso al mezzogiorno stillante di rugiada...

mercoledì 18 giugno 2008

Dream Theater - Wait for sleep



Standing by the window / In piedi davanti alla finestra
Eyes upon the moon / Gli occhi alla luna
Hoping that the memory / Sperando che i ricordi
will leave her spirit soon / Lascino presto il suo spirito
She shuts the doors and lights / Lei chiude le porte e spegne le luci
And lays her body on the bed / E distende il suo corpo sul letto
Where images and words are / Dove le immagini e le parole stanno
running deep / correndo profonde
She has too much pride to pull / Lei é troppo orgogliosa per nascondere
the sheets above her head / La testa sotto le lenzuola
So quietly she lays and waits / Tranquilla e distesa aspetta
for sleep / di addormentarsi
She stares at the ceiling / Lei fissa il soffitto
And tries not to think / E cerca di non pensare
And pictures the chains / E disegna catene
She's been trying to link again / Sta cercando di ricollegarle ancora
But the feeling is gone / Ma il sentimento é passato
And water can't cover her memory / L'acqua non puo coprire i suoi ricordi
And ashes can't answer her pain / E la cenere non puo rispondere alla sua sofferenza
God give me the power to take / Dio dammi la forza per
breath from a breeze / prendere respiro da una brezza
And call life from a cold metal frame / e chiamare la vita da un freddo pezzo di metallo
In with the ashes / con le ceneri
Or up with the smoke from the fire / O con il fumo del fuoco
With wings up in heaven / Con le ali su in paradiso
Or here, lying in bed / O qui, disteso nel letto
Palm of her hand to my head / Il palmo della sua mano sulla mia fronte
Now and forever curled in my heart / Ora e per sempre rennicchiata nel mio cuore
And the heart of the world / E nel cuore del mondo

video

lunedì 16 giugno 2008

William Blake il visionario


Oggi voglio parlare di un artista eclettico ed unico che mi ha colpito molto, sia per il suo talento di pittore e incisore, sia per la modernità di alcuni suoi pensieri. Parlo naturalmente di William Blake.
Nacque nel 1757 e non vi starò ad annoiare con i particolari della sua vita. Basta andare su un qualunque motore di ricerca e troverete tutto. Per chi ha il dito pigro però darò qualche particolare. Blake sosteneva di avere visioni dall’età di 4 anni e già questo ne fa un individuo più unico che raro per i suoi tempi. Le visioni andavano dalle immagini religiose (angeli, demoni, dio e satana) a visioni di fate e folletti. Si potrebbe pensare che fosse semplicemente folle ma la sua concezione di visione non era mistica o in qualche maniera ‘fisica’, come avveniva ai santi medievali. Lui parlava di visioni nate per Immaginazione’, la mente cioè, esercitata a dovere, apriva le porte della percezione verso livelli più ampi, più vasti. Chi di voi ha letto Aldous Huxley e le sue ‘Porte della percezione’ (bibbia della psichedelica degli anni ’60) o chi ha semplicemente amato i Doors e Jim Morrison, sa di cosa parlo. La differenza è che Blake è un precursore di queste tematiche, ampiamente affrontate negli anni ‘50 e ‘60 e soprattutto non faceva uso di sostanze psicotrope per aprire queste porte chiuse ai più.

“L'immaginazione non è uno stato mentale: è l'essenza stessa dell'esistenza umana”

E ancora

"Se le porte della percezione venissero sgombrate, tutto apparirebbe all'uomo come in effetti è, infinito"

L’originalità di Blake non si ferma certo qui. Come la maggior parte degli esseri pene-muniti di ogni epoca riteneva la donna un essere tutto sommato inferiore, ma trovò comunque una compagna singolare in Catherine Butcher, cui insegnò a leggere e scrivere. Fu l’unica donna della sua vita anche se ad un certo punto tentò di farle accettare una concubina. Pessima proposta…non ci riuscì…chissà perché? Furono senz’altro due esseri con una profonda simbiosi dato che un amico li vide nudi nel giardino di casa intenti a recitare i ruoli di Adamo ed Eva, con tanto di declamazioni del Paradiso perduto di Milton.
Tutta la sua opera è intrisa di rimandi alla religione, ma ovviamente, le sue furono interpretazioni piuttosto personali, pervase di esoterismo e simbolismo.

Gli uomini vengono ammessi in Paradiso non perché abbiano dominato e frenato le proprie passioni o non ne abbiano avute affatto, ma perché hanno coltivato la loro capacità di conoscere. Il Tesoro del Paradiso non è la negazione della passione, ma la realtà dell'intelletto, da cui tutte le passioni fuoriescono libere nella loro eterna Gloria

La religione e soprattutto la chiesa è vista infatti come una costrizione terrena per le aspirazioni dello spirito e del corpo.

Le prigioni sono costruite con le pietre della legge, i bordelli con i mattoni della religione
E ancora

Come il bruco sceglie le foglie migliori per deporvi le uova, così il prete lancia i suoi anatemi contro le gioie più grandi.

La fama di Blake si è diffusa anche grazie al cinema. Jim Jarmusch nel ’96 gira Dead man con Johnny Depp, il quale interpreta un omonimo del poeta che, scambiato per il vero poeta dal pellerossa Nobody, viene da questi accompagnato attraverso varie tappe verso il mondo degli spiriti, cui dovrebbe appartenere. Film decisamente visionario. Credo che sarebbe piaciuto parecchio al nostro William. Thomas Harris scrive nel 1981 Red dragon da cui saranno tratti i film Manhunter e l’omonimo Red dragon. Il primo vanta una mitica colonna sonora degli Iron Butterfly e una buona interpretazione di William Petersen che diventerà famoso come Gil Grissom di CSI Las Vegas; il secondo resta un film mediocre, salvato solo dall’interpretazione di attori del calibro di Ed Norton, Ralph Fiennes, Emily Watson e naturalmente Anthony Hopkins nella parte del dr. Lecter. Il delirio del serial killer di turno gira intorno ad un acquarello di Blake tra i più belli della sua produzione: il Drago rosso e la donna vestita di sole, che vedete in cima al post.
Mi sono decisamente dilungata ma volevo tessere il mio personale elogio a quest’uomo che ha saputo guardare oltre la realtà che gli avevano insegnato a vedere.

Gli auguri dell’Innocenza
Vedere un Mondo in un granello di sabbia,
E un Cielo in un fiore selvatico,
Tenere l’Infinito nel cavo della mano
E l’Eternità in un’ora.

domenica 15 giugno 2008

Una vita per ricordare


Questo è il titolo di uno degli episodi più belli di Star Trek –The Next Generation.
L’astronave Enterprise e il suo equipaggio, capitanato da Jean luc Picard, intercettano una sonda molto antica che emette improvvisamente un raggio di energia, che colpisce Picard lasciandolo privo di sensi.
Il capitano si risveglia su un pianeta sconosciuto, dove tutti sembrano conoscerlo da sempre. Ben presto apprende di essere sposato e di essere da sempre membro di una pacifica comunità contadina. Passati i primi anni a cercare un modo di partire dal pianeta Picard, inizialmente riluttante, si ambienta nella sua nuova vita. Genera una figlia che eredita da lui la passione per la scienza e per la ricerca e un figlio che ha doti di musicista. L’armonia della sua nuova vita viene però interrotta dalla scoperta che il pianeta sta esaurendo il suo ciclo vitale.
Trascorrono i decenni; Picard, diventato nonno, viene chiamato sulla piazza del villaggio per assistere ad un evento importantissimo: il lancio di una sonda che contiene le memorie di ogni abitante del pianeta. Una testimonianza delle loro vite e delle loro storie che viaggerà tra le stelle alla ricerca di qualcuno cui affidare tutti i loro ricordi.
Solo al momento del lancio Picard si renderà conto di essere lui il destinatario di quel prezioso bagaglio culturale.
La sonda aveva viaggiato mille anni prima di incontrarlo e aveva scelto proprio lui per condividere l’esperienza di quelle vite ormai estinte.
In pochi istanti di incoscienza il capitano aveva vissuto una vita intera, ricca di esperienze e di ricordi, che ora rimarranno dentro di lui.
Tra la fine del 2010 e il 2011 dal nostro pianeta verrà lanciato il satellite Keo che conterrà i messaggi deigli abitanti della Terra. Il satellite farà ritorno sul pianeta fra 50.000 anni (data prevista sarà l’anno 52.009). Nato sotto il patrocinio di UNESCO e dell’Agenzia spaziale europea, Keo porterà un diamante contenente una goccia di sangue umano e il DNA del genoma umano inciso su una faccia, un’enciclopedia che riassuma le attuali conoscenze umane e i messaggi di chi vorrà lasciare la propria testimonianza.Chiunque voglia affidare la propria impronta al futuro potrà farlo qui .
Abbiamo la possibilità di scrivere il messaggio entro il 31 dicembre 2008.
Un'occasione da non perdere

venerdì 13 giugno 2008

Dossier Sputnik


Dopo quasi un anno di latitanza da questo spazio, eccomi qui a parlare di un libro che mi ha toccato profondamente.

Achille e Giambattista Judica-Cordiglia, Dossier sputnik...questo il mondo non lo saprà… Edizioni Vitalità, Minerva Medica – Torino.

E’ la storia di due fratelli torinesi che avevano la passione per la radiofonia e un ingegno fuori dal comune.
Negli anni ’50, dal nulla, costruirono un’antenna per la ricezione di onde radio provenienti dai moduli spaziali che americani e sovietici gareggiavano a mandare in orbita.
Il titolo cita la frase detta da una cosmonauta (che si presume si sia chiamata Ludmilla) che morì in una delle tante missioni sovietiche pre-Gagarin. Ludmilla (?) era partita in missione con altri due cosmonauti ed è stata la prima donna cosmonauta ad andare in orbita. Durante la missione però qualcosa andò storto, forse l’aria si stava esaurendo e quando i fratelli intercettarono le comunicazioni dal modulo sovietico i due uomini non erano più coscienti mentre la donna, in evidente stato ansioso, riferiva di sentire molto caldo e, alla fine, di una fiamma sviluppatasi all’interno del veicolo: “…tanto il mondo non lo saprà”. Sono le sue ultime parole.
Il libro è la cronistoria dei tentativi dei due fratelli di intercettare questi segnali e dei loro successi. Mi è capitato di ascoltare le registrazioni delle voci di questi cosmonauti, intercettate nel corso degli anni dai fratelli Judica Cordiglia, in un paio di trasmissioni televisive. Nonostante all’epoca le loro gesta fossero molto note al pubblico, come anche alla NASA, alla CIA e al KGB, la storia non ha dato loro molto spazio. L’Unione Sovietica negò sempre in maniera categorica che fossero morti astronauti sovietici e, quando il lancio andava male, i comunicati parlavano di moduli privi di equipaggio. Mi ha appassionato leggere di come i fratelli si ingegnassero a costruire e poi migliorare le loro antenne, dapprima rudimentali e poi sempre più perfezionate, di come furono invitati in America da funzionari governativi increduli di ciò che i fratelli fecero loro ascoltare, di come i tecnici di una base di lancio sovietica rimproverassero il cosmonauta di turno perché “i torinesi ci ascoltano!” Lo consiglio a chiunque sia appassionato di storia dell’astronautica ma anche a chiunque coltivi una qualunque passione (dal videogioco al modellismo passando per i francobolli), perché sono state la passione e la curiosità a far muovere i primi passi di due fratelli che cominciarono costruendo una radiolina con pezzi di scarto.
Buona lettura!
Potete trovare alcuni file audio qui