mercoledì 31 dicembre 2008

Auguri sovversivi

Anche se natale è passato metto questa vignetta di Stefano Disegni perchè è troppo bella!

Buon anno!

E anche quest'anno finisce. Gli auguri sono d'obbligo. Il mio augurio è che, come la fenice, ognuno di noi risorga dalle ceneri dell'anno che finisce per splendere nel prossimo.
Vi lascio tra le braccia accoglienti dell'anno che verrà con un bel testo di Guccini.

Canzone dei dodici mesi

Viene Gennaio silenzioso e lieve, un fiume addormentato
fra le cui rive giace come neve il mio corpo malato, il mio corpo malato...
Sono distese lungo la pianura bianche file di campi,
son come amanti dopo l'avventura neri alberi stanchi, neri alberi stanchi...
Viene Febbraio, e il mondo è a capo chino, ma nei convitti e in piazza
lascia i dolori e vesti da Arlecchino, il carnevale impazza, il carnevale impazza...
L'inverno è lungo ancora, ma nel cuore appare la speranza
nei primi giorni di malato sole la primavera danza, la primavera danza..
Cantando Marzo porta le sue piogge, la nebbia squarcia il velo,
porta la neve sciolta nelle rogge il riso del disgelo, il riso del disgelo...
Riempi il bicchiere, e con l'inverno butta la penitenza vana,
l'ala del tempo batte troppo in fretta, la guardi, è già lontana, la guardi, è già lontana...
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia.
Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare.
Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce Aprile viene,
quali segreti scoprì in te il poeta che ti chiamò crudele, che ti chiamò crudele...
Ma nei tuoi giorni è bello addormentarsi dopo fatto l'amore,
come la terra dorme nella notte dopo un giorno di sole, dopo un giorno di sole...
Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera,
il nuovo amore getti via l'antico nell' ombra della sera, nell' ombra della sera...
Ben venga Maggio, ben venga la rosa che è dei poeti il fiore,
mentre la canto con la mia chitarra brindo a Cenne e a Folgore, brindo a Cenne e a Folgore...
Giugno, che sei maturità dell'anno, di te ringrazio Dio:
in un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono nato io, ci sono nato io...
E con le messi che hai fra le tue mani ci porti il tuo tesoro,
con le tue spighe doni all' uomo il pane, alle femmine l' oro, alle femmine l' oro...
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia.
Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare...
Con giorni lunghi di colori chiari ecco Luglio, il leone,
riposa, bevi e il mondo attorno appare come in una visione, come in una visione...
Non si lavora Agosto, nelle stanche tue lunghe oziose ore
mai come adesso è bello inebriarsi di vino e di calore, di vino e di calore...
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età,
dopo l' estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità...
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità...
Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza:
nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza...
Lungo i miei monti, come uccelli tristi fuggono nubi pazze,
lungo i miei monti colorati in rame fumano nubi basse, fumano nubi basse...
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia.
Diverso tutti gli anni, e tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare...
Cala Novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti,
lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti, si festeggiano i morti...
Cade la pioggia ed il tuo viso bagna di gocce di rugiada
te pure, un giorno, cambierà la sorte in fango della strada, in fango della strada...
E mi addormento come in un letargo, Dicembre, alle tue porte,
lungo i tuoi giorni con la mente spargo tristi semi di morte, tristi semi di morte...
Uomini e cose lasciano per terra esili ombre pigre,
ma nei tuoi giorni dai profeti detti nasce Cristo la tigre, nasce Cristo la tigre...
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia.
Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare
che non sai mai giocare, che non sai mai giocare che non sai mai giocare, che non sai mai giocare...


Ecco la canzone

martedì 30 dicembre 2008

Lo strano caso di Luca Orioli e Marirosa Andreotta

La storia.
E’ quasi la mezzanotte di quel 23 Marzo 1988 quando la mamma di Marirosa Andreotta, rientra in casa insieme al figlio minore. La scena che le si presenta, varcata la soglia del bagno, è devastante: i due corpi nudi di sua figlia e del suo fidanzato, Luca Orioli, privi di vita, si trovano il primo nella vasca e il secondo supino sul pavimento. La signora cerca di soccorrere la figlia, ma è tutto inutile. La causa del decesso verrà qualche ora dopo verbalizzata dalla dottoressa Rosa Salinardi come arresto cardiocircolatorio da folgorazione, causato dal malfunzionamento del termoconvettore elettrico trovato ai piedi della vasca. Sarà la stessa Salinardi ad affermare in una dichiarazione rilasciata due anni dopo che quando fu accompagnata al comando dei carabinieri il 24 Marzo 1988, il giudice - il vicepretore Izzo - le chiese se la causa della morte poteva essere la corrente elettrica e lei rispose che poteva esserlo. Ma notò che tutte le persone che si stavano occupando del caso avevano un comportamento “frettoloso”. E quel comportamento frettoloso viene tenuto anche dal pm della procura di Matera, il quale, non ritenendo opportuno effettuare l’autopsia, autorizza Izzo a seppellire Luca e Marirosa il 24 Marzo 1988.
Caso chiuso: la morte è stata provocata da un incidente domestico, tant’è vero che il primo accusato dell’evento tragico è la De Longhi, la casa produtrice del termoconvettore ritenuto responsabile del decesso dei due ragazzi. Un anno dopo i terribili fatti, in seguito a una perizia disposta dal giudice istruttore dell’epoca, Michele Salvatore effettuata dall’ingegner Sante Valecce, il termoconvettore viene dichiarato “innocente”, funziona correttamente e non può aver provocato la morte di Luca e Marirosa per folgorazione. La causa delle morte, secondo Valecce, è da imputare invece a un interruttore disattivato che avrebbe causato una scossa elettrica. Ma tale perizia fu contestata dalle parti e 7 anni dopo, nel 1996, fu aperto un procedimento per falsa perizia a carico dell’ingegner Valecce. Il procedimento verrà dichiarato estinto poiché il reato era ormai prescritto...
Negli anni a seguire le perizie furono varie e svariate, ma la maggior parte di esse concordavano sul fatto che la morte dei due ragazzi non doveva imputarsi né a folgorazione né a elettrocuzione. La vera causa era annegamento.

La perizia di del criminologo Fancesco Bruno
Nel 1998, a dieci lunghi anni dalla morte dei fidanzatini di Policoro, il criminologo Francesco Bruno redige un parere “pro veritate”, nel quale si legge tra l’altro: “ una falsa ma apparentemente plausibile interpretazione dei fatti ha preso il posto della verità, fino a nasconderne l’evidenza, fuorviando finanche il giudizio di quattro diverse consulenze tecniche. [...] Dobbiamo riconoscere - aggiunge - che i corpi dei due ragazzi, quella notte, presentavano entrambi delle lesioni violente consistenti nella ferita lacero contusa alla nuca di Marirosa e nel gonfiore di un testicolo di Luca, nonché delle macchie e dei puntini di colore rossastro sparsi in varie zone del corpo, di natura non ipostatica, data la posizione, interpretabili, quindi, come segni di violenza per azione di pressione, di afferramento, di trascinamento esercitata sui corpi e infine, un evidente fungo schiumoso dalle inequivocabili caratteristiche (colori, aspetto, continuità di presenza), che lo rendevano segno patognomonico di sicura interpretazione (annegamento).In altri termini possiamo concludere che già al momento della scoperta dei corpi non era lecito per nessuno, soprattutto se medico, immaginare cause di morte diverse da quella violenta per annegamento, che appariva in modo assolutamente evidente per la presenza, sui due cadaveri, di un tipico fungo schiumoso da annegamento".

L’interrogazione parlamentare
Il giudice Roberto Olivieri del Castillo non esclude che Luca e Marirosa siano stati uccisi.
A seguito di un’interrogazione parlamentare all’allora ministro di grazia e giustizia Piero Fassino da parte dell’onorevole Vincenzo Sica nel luglio del 2000, il ministro così risponde:
“La complessa vicenda ha risentito in modo determinante dell'insufficienza degli accertamenti espletati nel corso dell'esame esterno dei cadaveri, che fu compiuto da un sanitario, la dott.ssa Salinardi, officiata dall'allora vice pretore onorario di Pisticci dottor Ferdinanzo Izzo, che attribuì la causa della morte a folgorazione. Solo nel 1996, allorchè la dottoressa Salinardi rese dichiarazioni ai Carabinieri di Policoro, ammettendo di essersi limitata a scoprire il volto dei due giovani, è stato incardinato procedimento penale nei confronti del sanitario e del dottor Izzo, che attualmente non fa più parte dell'Ordine Giudiziario. Essendo state, peraltro, prospettate perplessità circa l'individuazione della causa di morte, il G.I. del Tribunale di Matera aveva incaricato, in data 21 luglio 1989, il perito Sante Velecce di espletare accertamenti elettrotecnici che venivano depositati il 17 novembre 1989 ed individuavano la causa del decesso in un incidente di elettrocuzione in bassa tensione. In data 7 ottobre 1994 l'ing. Velecce veniva denunziato per il reato di cui all'articolo 373 del codice penale, in relazione alla ritenuta infedele esecuzione dell'incarico, ma il relativo procedimento veniva archiviato per intervenuta prescrizione. (…) Quanto alla posizione del dott. Vincenzo Autera, sostituto procuratore della Repubblica incaricato del procedimento relativo alla morte dei due giovani, le doglianze che lo riguardano, in particolare, sono quelle di non aver disposto l'autopsia dei due cadaveri e di non aver proceduto immediatamente alla contestazione del reato all'ingegner Velecce, con conseguente determinarsi della prescrizione. (...) Si segnala che la Procura della Repubblica ha a suo tempo formulato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Ferdinando Izzo, Rosa Salinardi e Antonio Maiorana per l'ipotizzato reato di cui agli articoli 476 e 479 del codice penale, attribuito nelle rispettive qualità di vice pretore, di medico incaricato di procedere alla visita ispettiva sui cadaveri e di ufficiale di P.G., in quanto il primo e il terzo avevano attestato falsamente di aver partecipato alle operazioni ispettive, consistenti nell'esame esterno dei corpi, mentre l'Izzo e la Salinardi avevano attestato che la morte dei due giovani doveva considerarsi derivata da «arresto cardiocircolatorio provocato da folgorazione», malgrado l'assenza di segni univocamente riconducibili a tale causa e la superficialità della visita necroscopica effettuata, tale da non garantire l'attendibilità dei risultati conseguiti all'esito dell'accertamento.
Il procedimento penale in questione si è tuttavia concluso il 19 novembre 1999 con sentenza del G.U.P. di Matera che ha dichiarato non doversi procedere nei confronti degli imputati «perché il fatto non sussiste”.

Punti oscuri
- Secondo i carabinieri nella perizia fatta frettolosamente da Velecce le foto scattate (di cui qui si parlerà anche più avanti) sono state “montate” in un ordine assolutamente stravolto rispetto a quello cronologico con cui furono scattate, tutto ciò «allo scopo – sostengono i carabinieri – di comprovare falsamente che i conduttori all’interno della placca dell’interruttore presentavano una copertura isolante appena sufficiente» in modo che fosse avallata la tesi della folgorazione.
- Il comportamento del magistrato che ha condotto le prime indagini, amico sia della famiglia Orioli che di quella Andreotta, secondo i carabinieri «non è lineare»: sarebbe stato proprio lui a chiedere al medico che aveva il compito di ispezionare i cadaveri di effettuare una «celere ispezione».
- L’autopsia non viene effettuata: qualcuno di Policoro avvicina la madre di Luca Orioli e le prospetta di avere «il potere di ottenere la possibilità di evitarla» in virtù delle sue conoscenze nell’ambito della magistratura materana.
- Altra figura “enigmatica” è il prete che arriva tra i primi in casa Andreotta, va dai genitori di Luca per comunicar loro l’accaduto, chiama i carabinieri, passa in parrocchia a prelevare i paramenti sacri per benedire le salme e, affermano alcuni, avrebbe consigliato a qualche amico di Luca e Marirosa di far sparire tutte le lettere che si erano scambiati. Cosa c’era in quella corrispondenza tenuta tra alcuni ragazzi e ragazze e Luca e Marirosa?
- In una telefonata intercettata dai carabinieri una zia e il nipote di questa discutono dell’accaduto. La donna dice: «Non troveranno mai niente, perché, secondo me, e te lo dico come una mamma». Il nipote la interrompe: «A parte il fatto che io non credo che sia un omicidio». Lei riprende: «No, no. Senti, io credo che c’era qualcuno in casa. E che purtroppo è successo. E Luca, innocente, ha dovuto subire. Un qualcuno di mafioso. Scusa. Ma Claudio Lovecchio l’hai mai sentito?». Claudio Lovecchio è stato ucciso: uno dei tanti casi di lupara bianca. Ma che ha a che fare costui con i fidanzatini di Policoro?
- Solo qualche mese fa nel corso del programma “Chi l’ha visto?” è spuntata un’altra verità che apre tutta una serie di interrogativi. Viene intervistato il fotografo Salvatore Egidio Cerabona, il quale afferma che prima della mezzanotte (ora del rientro a casa della signora Andreotta, la prima a scoprire i cadaveri) fu chiamato dal maresciallo di Montalbano Jonico, Giovanni Pagano, per scattare delle foto. Prima di recarsi nel luogo dove avrebbe dovuto essere realizzato il servizio, i due si erano fermati in caserma a prelevare le chiavi di casa Andreotta.

De Magistris indaga.
Si deve al magistrato Luigi De Magistris se questo, come altri casi “insabbiati” dalle toghe lucane, è stato riportato alla luce. Ecco perché De Magistris è stato ed è ostacolato tramite minacce e provvedimenti disciplinari: perché fa paura a molti. Fa paura alla coppia Cannizzaro - Genovese, sulla quale è incentrato il filone sanità dell’inchiesta. Fa paura all’ex presidente del tribunale di Matera, Iside Granese per i finanziamenti della Banca Popolare del Materano, Gruppo Popolare dell'Emilia, da lei ricevuti (filone banche). Fa paura a Vincenzo Vitale, presidente di Marinagri, un complesso di alberghi e ville dal valore di 200 milioni di euro, costruito su terreno demaniale della città di Policoro (filone speculazione edilizia).
Nell’ultima lettera che Marirosa scrive al fidanzato c’è scritto: «Amore mio, spero che resterai accanto a me, anche quando ti confesserò una piccola parte di me che voglio cancellare per sempre». E’ possibile che “quella parte di Marirosa” fosse da collegare ai “festini” a base di sesso e droga ai quali prendevano parte personaggi potenti locali, quali il senatore di AN e sindaco del Comune di Matera, Nicola Buccico, l’avvocato Giuseppe Labriola, segretario provinciale di AN e un non precisato giudice "dai capelli bianchi e dagli occhi di ghiaccio"?
Bizzarro il fatto che lo stesso Buccico prima sia stato il difensore della famiglia Orioli e poi si sia dimesso e abbia assunto la difesa del pm Vincenzo Autera, colui che aveva chiesto l’archiviazione del caso della morte per omicidio di Luca e Marirosa.

Il capoclan.
Salvatore Scarcia è tra i più noti capiclan della mafia del Metapontino. Scarcia è stato interrogato da de Magistris nel carcere di Melfi, dove sta scontando una condanna per associazione mafiosa. Ma non è un «pentito», quindi ciò che ha detto non gli procurerà alcuno sconto di pena. Scarcia ha parlato dettagliatamente di un «summit» tenuto nell'estate del 2000: «Era una domenica mattina. Avevo saputo che ci sarebbe stata una riunione importante. E intorno alle 10 circa mi appostai nei pressi dell'Ittica Valdagri... Vidi arrivare una Fiat Croma bianca con quattro persone a bordo: l'autista, il pm di Potenza, Felicia Genovese, suo marito Michele Cannizzaro e il colonnello dei carabinieri Pietro Gentili. Poi, con una Mercedes scura, arrivarono il pm di Matera, Vincenzo Autera, e il dottor Giuseppe Galante (capo della procura di Potenza, ndr) e una terza persona che non ho riconosciuto. Da un' altra Mercedes, di colore chiaro, scesero l'imprenditore Gino Lavieri e Walter Mazziotta, banchiere (in realtà, bancario, ndr) di Policoro. Infine, arrivarono altre due auto, una Golf bianca e una Thema Ferrari amaranto, ciascuna con due persone a bordo. Tutti entrarono nell'ufficio di Vitale». A questo punto, Scarcia esce allo scoperto e bussa alla porta dell'ufficio. Va ad aprirgli Vitale. «Gli chiesi di farmi entrare - racconta - e lui diventò pallido. Gli dissi che già sapevo chi c'era dentro, lo forzai ed entrai. Così mi feci vedere da tutti. Intuii che stavano progettando qualcosa di grosso a livello economico. Autera è socio di Marinagri attraverso un prestanome ed era tra quelli che aveva partecipato ai festini a luci rosse che si facevano da quelle parti. Lui, Galante e Genovese cercarono di calmarmi e mi dissero che mi avrebbero aiutato economicamente, se io in zona non mettevo bombe e non facevo attentati. Poi con discorsi un po' strani mi dissero se potevo far qualcosa a Mario Altieri (ex sindaco di Scanzano Jonico), perché dove ci trovavamo doveva venire un "paradiso terrestre", così mi dissero, e invece per colpa di Mario Altieri il tutto era stato bloccato». Scarcia a questo punto non ci sta, arretra, teme di poter essere prima usato e poi incastrato. E così viene anche minacciato. «Guarda che ti facciamo arrestare quando vogliamo, mi dicono». Scarcia abbozza e se ne va. Ma lì, quella domenica mattina, aveva visto, seduti intorno allo stesso tavolo, Vincenzo Autera, il pm che senza aver nemmeno disposto l'autopsia dei cadaveri dei fidanzatini chiese l'archiviazione del caso, e Walter Mazziotta, che nel 1994 finisce indagato proprio per l'omicidio di Luca e Marirosa. Negli anni successivi, Autera, imputato di aver affermato il falso sulla morte dei fidanzatini, verrà prosciolto a Salerno. Mentre il vicepretore Ferdinando Izzo, delegato di Autera, e accusato come lui, verrà assolto a Matera: grazie alla bravura di Nicola Buccico, attuale sindaco di Matera ed ex membro laico del Csm, che dopo essere stato il legale della famiglia di Luca Orioli diventa il difensore del vicepretore Izzo.

L'inchiesta: «Toghe lucane», condotta dal pm Luigi de Magistris, ipotizza un «comitato d' affari» composto da magistrati, politici e imprenditori.
Le accuse: L'ipotesi è il condizionamento di investimenti e nomine pubbliche. Coinvolti anche cinque magistrati.

lunedì 29 dicembre 2008

Ancora Babbo Natale

Un munello de Favriano
se svejò quella mattina
prese carta e penna in mano
e spedì 'sta letterina
"Caro Babbo de Natale,
che me porti i regaletti,
'na richiesta 'n po' speciale
spero che me la permetti.
'St'anno non me portà gnente
non me posso lamentà
ma 'na cosa veramente
te la vojo domannà
Tu non è che c'hai un minuto,
a riuscicce entro l'inverno,
per levacce quel cornuto
che sta a capo del governo?
Questo qui sta a fa un macello
ogni giorno ne fa una
Me l'ha detto anche il bidello :
pare che porta sfortuna
Teremoti,teroristi,
chiude fabbriche a rumore,
magistrati comunisti
forse er Milan tricolore !
Babbo mio è disoccupato
e ce soffre per davero.
Quello lì j'ha consijato
de trovà lavoro in nero
Pe' le Fiat la soluzione
l'ha trovata prontamente:

"Basta de cambiaje el nome
che se vende come gnente"
Se c'hai spazio 'nta la slitta,
se la renna je la fa,
porta via tutta la ditta
che c'ha messo a comannà
Mica tocca che l'ammazzi !
Basta che li porti via,
che se resta qui so' cazzi :
sta a accoppà l'economia !
Mo te spiego come fa:
'nta du' sacchi belli grossi
metti Fini e anche Saccà
Fede, Buttiglione e Bossi
e non te scordà Tremonti
co' Gasparri pe' 'na svista.
Uno che non sa fa i conti,
l'artro che è 'n mezzo fascista
Tu che voi bene ai munelli
e che c'hai 'na certa età
Ficca su pure a Rutelli:
Cicciobello ce l'ho già.
Poi li manni tutti insieme
'nta la neve co' le pale.
E' na cosa che me preme.
Se pò fa già pe' Natale?"
Dopo che passò la festa
e finì la cerimonia;
giunse al piccolo 'na busta
scritta da "FORZA LAPPONIA"
Er munello ansiosamente
ce se mise a legge fitto.
Co' quel tipo de mittente
chissà che ce stava scritto !
"Giovanotto mi consenta,
ricevetti la sua lista :
con la sua fan centotrenta
dal sentore comunista.
Come lei sa certamente
vesto rosso e son barbone,
ma il mio voto di recente
non lo do a Rifondazione.
Già nell'anno che è venturo
muterò molto d'aspetto.
Ben rasato di sicuro
cravattina e doppiopetto.
D'ora in poi per il Natale
scriva a "Daddy Christmas spa"
che la sede mia fiscale
l'ho spostata a Panamà.
Non mi faccia il disfattista
poichè Silvio , il cavaliere,
è da un po' nostro azionista :
ci finanzia che è un piacere.
La sua lettera è nemica ,
rema contro senza tregua.
La minaccia bolscevica
che giammai mi si dilegua.
Per le sue strane richieste
e i commenti esacerbati
nelle sue prossime feste
si rivolga a Cofferati
Se non vota Berlusconi
o Alleanza Nazionale
porterò solo carboni.
Non più suo, Babbo Natale"
Er munello col magone
pensò "Porca la puttana,
s'è venduto anche er ciccione.
Famme scrive a la Befana...

mercoledì 24 dicembre 2008

Come vuole la tradizione...

... ecco l'immancabile augurio di buon Natale a tutti.
Se andate sul sito della L.A.V. potete fare una buona azione e adottare un animale a distanza.
Qui ci sono le varie campagne.
Io e AleNet abbiamo adottato un cane salvato dal circuito dei combattimenti clandestini.
Pallino, Oliver, Penna Bianca, Yoghi, Mirtillo, Dick, Billy, Teo aspettano anche il vostro aiuto.

martedì 23 dicembre 2008

Lentamente muore - Pablo Neruda

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

lunedì 22 dicembre 2008

Cascini ad AnnoZero


Riporto uno stralcio dell'articolo di Felice Lima presente su Micromega riguardante la bellissima puntata di Annozero del 18 dicembre.

"Giovedì 18 dicembre, nella trasmissione televisiva Annozero è stato trattato nuovamente il caso delle inchieste del collega Luigi De Magistris fermate in modo diciamo (eufemisticamente) anomalo (basti, per tutto, l’“impensabile” avocazione disposta dal P.G. Dolcino Favi in assenza di qualunque norma di legge che la consentisse). La trasmissione è stata molto interessante sotto tanti profili. Ben fatta. Documentata. Coraggiosa.In particolare, a me pare sia stata di estremo interesse la partecipazione del Segretario generale dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Cascini. Le cose dette dal Segretario dell’A.N.M., il modo con cui le ha dette, le cose che ha taciuto, tutto insomma costituisce la migliore (o forse dovrebbe dirsi la peggiore) rappresentazione di ciò a cui l’A.N.M. è ridotta e il più clamoroso disvelamento delle ipocrisie sulle quali la sua azione si fonda. Nessun discorso, nessun ragionamento potrebbe descrivere le responsabilità dell’A.N.M. meglio dell’intervento del suo Segretario generale ad Annozero di ieri. Consiglio a tutti di vedere e rivedere quella trasmissione (l’intero video è a questo link). Riporto qui da YouTube, per maggiore comodità di consultazione, TUTTI gli interventi del Segretario generale dell’A.N.M., nel contesto in cui si sono svolti, divisi in tre brevi video.Guardandoli si potrà constatare che:

1. Il Segretario dell’A.N.M. parlava con imbarazzo e difficoltà di dire qualunque cosa. Perché la verità è che, avendo l’Associazione una posizione ambigua e insincera, non è possibile per alcuno esprimerla in maniera chiara e serena. Il Segretario parlava a fatica, assumendo espressioni imbarazzate e imbarazzanti.Ha utilizzato argomenti fumosi, sfuggenti e palesemente pretestuosi. Il più ridicolo e retorico di tutti: dire che dopo avere letto il decreto di perquisizione di Salerno aveva capito della storia meno di prima. Sul punto Di Pietro è arrivato a deriderlo dicendogli: “Cascini, lo ha capito anche mia sorella che ha la quinta elementare, quindi credo siano in grado di capirlo tutti”. Di Pietro ha avuto anche agio di dirgli: “Cascini tu guardi la forma e in nome della forma uccidi la sostanza”.A queste osservazioni il Segretario dell’A.N.M. ha reagito con delle smorfie di sofferenza sul viso, ma senza alcuna capacità e possibilità di articolare risposte convincenti.

2. L’unico obiettivo che è sembrato avere, nel merito, e che ha perseguito con ostinata determinazione era denigrare l’indagine di Salerno, dopo avere premesso - con falsa retorica - di non volere entrare nel merito. Nulla ha ritenuto di dire della inaccettabile illegittimità del comportamento dei magistrati di Catanzaro. Sul punto è dovuto intervenire il prof. Grevi.

3. Di tutte le cose che ha detto resta solo l’evidente “necessità” di “dare copertura” politica a ciò che (di male) è stato fatto a Roma.Il guaio grave è che il problema che aveva ieri il Segretario generale dell’A.N.M. non era né di metodo né di capacità espositive (nelle quali lui pure, come anche il Presidente dell’A.N.M., non brilla, essendo entrambi vanamente retorici e fastidiosamente fumosi), ma di sostanza. Ciò che emerge è, a mio parere, che, come ho già detto, Cascini “non poteva” assumere una posizione chiara e convincente perchè aveva l’esigenza “politica” di DARE COPERTURA a una scelta “politica” consistente nel fare fumo e caciara per chiudere una partita vergognosa facendo finta di credere che si sia trattato di una bega di terz’ordine fra singoli magistrati, cacciando brutalmente i quali (alcune osservazioni sul punto sono a questo link) non c’è più nient’altro da dire e da fare. (...)"

martedì 16 dicembre 2008

Il golpe silenzioso sul giornalismo

Sto seguendo faticosamente la vicenda di De Magistris e della cosiddetta 'guerra tra procure', vale a dire Salerno e Catanzaro. Invito, per comprendere davvero i fatti, ad ascoltare la spiegazione di Travaglio che trovate sul suo blog, su quello di Grillo e su Youtube. Dopo potete andare su RaiClick e cercare la puntata di Porta a porta che ne parla. Vi renderete conto di come lavora Vespa e soprattutto di come la pensa. Fiumi parole e ben tre servizi giornalistici per non spiegare nulla, anzi per confondere le acque e far sentire lo spettatore inadeguato a comprendere una vicenda. L'impressione che ne ho tratto è la seguente: le inchieste di Demagistris coinvolgono troppi personaggi di tutti gli schieramenti e pertanto non è ben visto da nessuno. Nessun giornalista ne può parlare perchè ogni testata è diretta da un partito o da un editore politicamente schierato.
Emblematico è il caso che segue.

Carlo Vulpio è un giornalista. Dall’inizio del 2007 seguiva le inchieste “Poseidon”, “Why Not” e “Toghe Lucane” per il Corriere della Sera. Dal 3 dicembre non può più farlo. Nel suo ultimo articolo ha fatto i nomi di magistrati, di politici e di imprenditori coinvolti nell’inchiesta della Procura di Salerno in seguito alla denuncia di Luigi De Magistris. Subito dopo ha ricevuto una telefonata in cui è stato sollevato dall’incarico da Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera.

Ecco l’articolo galeotto (3/12/2008 Corriere della sera - il neretto è mio):
“Non era mai accaduto prima in Italia, che una procura della Repubblica fosse «circondata» come un fortino della malavita. Ieri è successo alla procura di Catanzaro, che per tutta la giornata e fino a tarda sera è stata letteralmente accerchiata da cento carabinieri e una ventina di poliziotti, tutti arrivati da Salerno. Con i carabinieri del Reparto operativo e i poliziotti della Digos, sono entrati in procura ben sette magistrati, tra i quali il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, e i titolari dell’ inchiesta, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani. Hanno notificato avvisi di garanzia e perquisito case e uffici dei magistrati calabresi che hanno scippato le inchieste “Poseidone” e “Why Not” all’ ex pm Luigi de Magistris (ora giudice del Riesame a Napoli) e dei magistrati che queste inchieste hanno ereditato, «per smembrarle, disintegrarle e favorire alcuni indagati», scrivono i pm salernitani. Tra gli indagati “favoriti”:
l’ ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella,
il segretario nazionale Udc, Lorenzo Cesa,
l’ ex governatore di Calabria, nonché ex procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Chiaravalloti,
il generale della Guardia di Finanza, Walter Cretella Lombardo,
l’ ex sottosegretario con delega al Cipe, Giuseppe Galati (Udc),
Giancarlo Pittelli, deputato di Forza Italia,
il ras della Compagnia delle Opere per il Sud Italia, Antonio Saladino.
Ma questo è solo il troncone calabro. Gli stessi magistrati salernitani, infatti, stanno indagando anche in altre due direzioni. La prima riguarda uno stuolo di giudici lucani coinvolti nella “madre di tutte le inchieste” sul marcio nella magistratura (l’ inchiesta “Toghe Lucane”, che de Magistris è riuscito a “chiudere” prima di essere frettolosamente trasferito).
La seconda andrebbe diritta verso alcuni membri del Csm: per esempio,
il vicepresidente (del Consiglio Spueriore della Magistratura!!! nd VNS) Nicola Mancino e i presunti legami con Antonio Saladino, figura chiave di “Why Not”,
il procuratore generale della Corte di Cassazione, Mario Delli Priscoli, andato in pensione qualche giorno fa,
e il sostituto procuratore generale della Cassazione, nonché governatore (Ds) delle Marche per dieci anni, Vito D’ Ambrosio, che in Csm sostenne l’ accusa per far trasferire de Magistris.
Ce n’ è anche per l’ Associazione nazionale magistrati e per il suo presidente, Simone Luerti. Molto amico di diversi indagati eccellenti quando faceva il magistrato in Calabria, Luerti non ha mai perso occasione di esternare contro de Magistris. Quando poi, qualche mese fa, si è scoperto che incontrava regolarmente Saladino e Mastella nella sede del ministero della Giustizia, mentre lui negava, Luerti s’ è dovuto dimettere dalla carica di presidente dell’ Anm. Nel decreto di perquisizione eseguito ieri, 1.700 pagine, i pm di Salerno accusano di concorso in corruzione in atti giudiziari - per aver tolto “illegalmente” a de Magistris “Why Not” e “Poseidone” - il procuratore di Catanzaro, Mariano Lombardi, il procuratore aggiunto, Salvatore Murone, il procuratore generale reggente, Dolcino Favi, il parlamentare Giancarlo Pittelli e «l’ uomo ovunque» Antonio Saladino. Ma accusano anche il sostituto procuratore generale Alfredo Garbati, il sostituto procuratore generale presso la Corte d’ Appello Domenico De Lorenzo e il pm Salvatore Curcio di aver preso in eredità quelle scottanti inchieste al solo scopo di farle a pezzi. Mentre il procuratore generale Vincenzo Iannelli e il presidente di Sezione del tribunale Bruno Arcuri si sarebbero dati da fare non solo “per archiviare illegalmente” la posizione di Mastella (”la cui iscrizione tra gli indagati era invece doverosa”), ma anche “per calunniare de Magistris e disintegrarlo professionalmente”. Poi, dicono i pm campani, Iannelli, per una causa che gli sta a cuore, fa intervenire Chiaravalloti su Patrizia Pasquin, giudice del tribunale di Vibo Valentia, che poi sarebbe stata arrestata. Così, da magistrato a magistrato, come da compare a compare.” Carlo Vulpio, http://www.carlovulpio.it/
Qui Vulpio racconta la telefonata di Mieli.

lunedì 15 dicembre 2008

Ultimatum alla Terra

Oggi comincio col parlare di Robert Wise. Chi è il tizio in questione (direte voi)?
Poche date significative.
1941 - Ha effettuato il montaggio di Quarto potere di Orson Welles
1951 – dirige Ultimatum alla Terra
1971 - dirige Andromeda basato sul romanzo di Michael Crichton
1979 – dirige Star trek – The Motion picture
1961 - Oscar per la regia di West side story
1966 - Oscar per la regia di Tutti insieme appassionatamente
1967 – riceve il Premio alle memoria Irving G. Thalberg. L’Irving G. Thalberg Memorial Award è una categoria dei Premi Oscar assegnata periodicamente (non necessariamente ogni anno) a "produttori creativi, i cui lavori riflettono delle continue produzioni cinematografiche di alto livello.
Ultimatum alla terra è stato scelto nel 1995 per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Tratto dal romanzo Addio al padrone (Farewell to the Master, 1940) di Harry Bates il film racconta dello sbarco sul pianeta dell’alieno Klaatu, il quale porta un messaggio e un monito: il genere umano sarà distrutto poiché ha un istinto di sopraffazione che porterà alla morte del pianeta Terra. L’alieno si ricrederà dopo aver conosciuto una donna che lo aiuterà a fuggire dai suoi inseguitori e bloccherà quindi il processo di annientamento della razza umana. Un film dichiaratamente pacifista che sorprende come possa essere stato prodotto in pieno maccartismo, per di più da un noto militarista come il produttore Darryl F. Zanuck. La frase che pronuncia Klaatu e che parla di Dio fu forzatamente introdotta nei dialoghi dalla censura maccartista.
La frase: “Klaatu barada nikto”, che blocca la furia distruttiva del robot Gort è passata alla storia quandi Raimi la mette in bocca ad Ash nel film L’armata delle tenebre.

Isomma un lungo preambolo per poter parlare del remake che ho visto proprio ieri insieme ad AleNet.
Un senso di nostalgia per il film del 1951 mi fa essere indulgente verso questo remake…ma solo per un attimo. Non riuscirò mai a capire perché nella cinematografia contemporanea si debba sacrificare la sceneggiatura in favore della computer grafica. Come se le cose non potessero convivere in pace. Effetti speciali molto belli mascherano o tentano di compensare una trama che non si dipana correttamente. Alla fine sembra quasi che l’alieno Klaatu decida di non annientare il genere umano perché vede madre e figlio litigare e poi fare pace. Se fossi stata io l’aliena al limite me li sarei portati via e avrei estinto comunque l’umanità che nel frattempo non si era affatto ravveduta. A dirla tutta l’umanità non ci ha capito niente, dato che Klaatu non è riuscito a parlare con nessun capo di stato o grande della Terra (almeno nell’originale ci riusciva).
Insomma come al solito ci si perde in un bicchiere d’acqua e si rovina l’opportunità di rendere omaggio ad una perla della storia del cinema e al suo regista.

giovedì 11 dicembre 2008

The Musical Box - Genesis testo e traduzione


La storia: mentre il più piccolo Henry Hamilton-Smythe (8 anni) giocava a croquet con Cynthia Jane De Blaise-William (9 anni), Cynthia dal dolce sorriso sollevò in alto la sua mazza ed elegantemente decapitò Henry. Due settimane dopo, nella cameretta di Henry, lei scoprì il suo prezioso carillon. Bramosamente lo aprì e mentre le note di “Old King Cole” iniziarono a suonare, apparve una piccola figura di spirito. Henry era tornato – ma non per molto, perché non appena entrò nella stanza il suo corpo iniziò rapidamente ad invecchiare, restando al suo interno la mente di un bambino. I desideri di una vita lo pervasero. Purtroppo il tentativo di convincere Cynthia Jane ad appagare la sua brama romantica spinse la sua balia ad entrare nella cameretta per scoprire cosa fosse quel rumore. Istintivamente la tata scagliò il carillon contro il bambino barbuto, distruggendo entrambi.

Play me Old King Cole
That I may join with you,
All your hearts now seem so far from me
It hardly seems to matter now.
And the nurse will tell you lies
Of a kingdom beyond the skies.
But I am lost within this half-world,
It hardly seems to matter now.
Play me my song.
Here it comes again.
Play me my song.
Here it comes again.
Just a little bit,
Just a little bit more time,
Time left to live out my life.
Play me my song.
Here it comes again.
Play me my song.
Here it comes again.
Old King Cole was a merry old soul,
And a merry old soul was he.
So he called for his pipe,
And he called for his bowl,
And he called for his fiddlers three.
But the clock, tick-tock,
On the mantlepiece -
And I want, and I feel, and I know, and I touch,
Her warmth...
She's a lady, she's got time,
Brush back your hair, and let me get to know your face.
She's a lady, she is mine.
Brush back your hair, and let me get to know your flesh.
I've been waiting here for so long
And all this time has passed me by
It doesn't seem to matter now
You stand there with your fixed expression
Casting doubt on all I have to say.
Why don't you touch me, touch me,
Why don't you touch me, touch me,
Touch me now, now, now, now, now...

Traduzione


Il carillon

Suonami “Old King Cole”
Così potrò tornare da te,
Tutti i tuoi sentimenti sembrano ora così distanti da me
Sembra quasi non avere importanza ora
E la balia ti racconterà bugie
Su un regno che sta al di là dei cieli
Mentre io sono perso in questo mezzo mondo
Sembra quasi non avere importanza ora
Suonami la mia canzone
Eccola di nuovo
Suonami la mia canzone
Eccola di nuovo
Ancora un po’
Ancora un altro po’
Il tempo che mi rimane da vivere
Suonami la mia canzone
Eccola di nuovo
Suonami la mia canzone
Eccola di nuovo
“Old King Cole era una vecchia anima allegra
Una vecchia anima allegra
Voleva la sua pipa
Voleva il suo arco
E voleva i suoi violinisti, tre”
E l’orologio ticchettava
Sul caminetto…
Ed io voglio
Ed io sento
Ed io conosco
Ed io tocco… il suo calore
Lei è una donna, ha il tempo dalla sua
Tira indietro i capelli e lascia che io conosca il tuo viso
Lei è una donna, lei è mia
Tira indietro i capelli e lascia che io conosca il tuo corpo
Sto aspettando qui da tanto tempo
E tutto il tempo che è passato
Sembra quasi non avere importanza ora
Te ne stai lì con il tuo sguardo fisso
Dubitando di tutto ciò che ti dico
Perché non mi tocchi, toccami
Perché non mi tocchi, toccami, toccami,
Toccami ora, ora, ora

Video

venerdì 5 dicembre 2008

Firth of Fifth - Genesis testo e traduzione

The path is clear
Though no eyes can see
The course laid down long before.
And so with gods and men
The sheep remain inside their pen,
Though many times they've seen the way to leave.
He rides majestic
Past homes of men
Who care not or gaze with joy,
To see reflected there
The trees, the sky, the lily fair,
The scene of death is lying just below.
The mountains cuts off the town from view,
Like a cancer growth is removed by skill.
Let it be revealed.
A waterfall, his madrigal.
An inland sea, his symphony.
Undinal songs
Urge the sailors on
Till lured by sirens' cry.
Now as the river dissolves in sea,
So Neptune has claimed another soul.
And so with gods and men
The sheep remain inside their pen,
Until the Shepherd leads his flock away.
The sands of time were eroded by
The river of constant change.

Il titolo è intraducibile nato da un gioco di parole con Firth of Forth che è un fiume scozzese. Forth di pronuncia come come fourth che significa “quarto”. Da qui il Fifth del titolo che significa “quinto”.

traduzione

Il cammino è chiaro
Sebbene nessun occhio può vedere
Il corso tracciato molto tempo fa.
E così con dei e uomini
Le pecore rimangono nel loro recinto,
Sebbene molte volte hanno visto il modo di andarsene.

Cavalca maestoso
Passa case di uomini
Che non fanno caso oppure fissano con gioia,
Per vedere là riflessi
Gli alberi, il cielo, i bei lillà,
La scena di morte si stende appena sotto.

La montagna taglia fuori la città dalla vista,
Come un cancro rimosso da perizia.
Lascialo che si riveli.
Una cascata, suo madrigale.
Un mare interno, la sua sinfonia.

Canzoni di ninfe.
Urgono i navigatori
Finché vengono adescati dal grido delle sirene.

Ora mentre il fiume si dissolve in mare,
Così Nettuno ha rivendicato un’altra anima.
E così con dei e uomini
Le pecore rimangono dentro il loro recinto,
Finché il pastore guiderà il suo gregge lontano.

Le sabbie del tempo erose dal Fiume del costante cambiamento.

giovedì 4 dicembre 2008

Intellettuali di stirpe!

Sto leggendo un libro di Emanuele Del Medico intitolato All’estrema destra del padre che parla delle relazioni politiche e delle connessioni ideologiche tra il fascismo e neofascismo italiano e il potere religioso.
Viene spiegato come il fondamentalismo cattolico, rappresentato principalmente da Alleanza Cattolica, dall’Opus dei ed altri ambienti affini, si coniughi con l’intolleranza reazionaria, da Forza Nuova alla Lega e al centro-destra,verso tutti i diversi: mendicanti, emigrati, mulsumani, ebrei, i giovani di sinistra, gli omosessuali, i relativisti, gli atei.
Non farò una panoramica extralunga sul fascismo e sul neofascismo che dagli anni ’70 si è reso responsabile di stragi e attentati sentendosi unto dal signore. Voglio solo citare un passo che parla di un leghista e un altro che parla di uno di AN, entrambi di Verona.
Romano Bertozzo, ex consigliere comunale della Lega Nord, è stato uno dei promotori di tre mozioni che il 14 luglio 1995 vennero approvate e che bollavano come « immorale » la risoluzione europea per le pari opportunità delle persone omosessuali. In una delle mozioni si esprimeva com segue: “possiamo riconoscere le coppie gay solo a patto che si facciano castrare come i capponi e donino i loro organi alla scienza”. Un’altra perla: “I diritti civili possono averli alla stregua di tutti quei soggetti che hanno problemi fisici e psichici e che un paese civile e democratico come il nostro già riconosce”.
Un altro intellettuale di stirpe è Vittorio Bottoli di AN. Lasciamolo presentarsi da solo: “Abbiamo parlato del lavoro femminile, questa pseudo emancipazione…questa emancipazione femminile non si poteva fare in qualche altro modo? Non è forse meglio che la donna ritorni a quella che è la sua vocazione naturale, che è quella di tutti gli animali? (…) l’aborto è diventato un metodo anticoncezionale. Perché tu hai aperto le gambe e non ci hai pensato in quel momento. (…) Se mia moglie vuole trasferirsi sul lago e io voglio rimanere a Verona cosa succede? Ci separiamo per questo? No! Ci sia uno in questa società che abbia il diritto di dire ‘Io comando’. Tu hai fatto una scelta nel momento in cui ti sei legata con me e a questa scelta devi rimanere fedele”.
Insomma uno spasso se non fosse che questi trogloditi hanno ricevuto o ricevono stipendi dai loro partiti.
Mi viene in mente una domanda: chissà se, potendo conoscere le future sorti culturali di Verona, Shakespeare avrebbe ambientato lo stesso in questa città una delle sue opere più belle?

mercoledì 3 dicembre 2008

Vi siete divertiti in Thailandia?

Da Repubblica:
"BANGKOK - Prosegue il ponte aereo per riportare in Italia dalla Thailandia i turisti rimasti bloccati nel Paese asiatico per le proteste antigovernative dei seguaci del Pad (l'Alleanza popolare per la democrazia), che avevano occupato i due principali aeroporti di Bangkok. Dopo l'arrivo nella tarda serata di ieri a Fiumicino del primo volo charter organizzato dal governo italiano, con il quale sono rientrati oltre 200 connazionali, questa mattina ne sono arrivati altri 303 con un volo di linea della Thai partito dalla base militare di U-Tapao ed atterrato al Leonardo da Vinci poco dopo le 7. Un terzo volo speciale della compagnia thailandese con altri turisti italiani è programmato per venerdì, con arrivo stimato intorno alle 6 a Fiumicino."

Non dico che tutti quelli bloccati in Thailandia lo siano ma credo che una bella fetta di connazionali che aspettano il volo o che sono appena tornati rientrino nel seguente profilo.

Dal Corriere della sera:
"È giovane, ha poco meno di 30 anni. È tecnologico, scivola nei meandri della Rete come un pesce dentro l’acqua. È di cultura media, non necessariamente con un reddito alto, e ama visitare un po’ tutto il mondo, dal Kenya alla Colombia, dalla Cambogia all’Ucraina. Ed è, sempre più spesso, italiano.
Sono oltre 80.000 i viaggiatori che ogni anno lasciano la Penisola per andare a caccia di sesso proibito, con bambini e adolescenti; non solo pedofili (il 3% del totale), ma soprattutto uomini e donne normali. Lo dicono i dati raccolti dall’Ecpat (End Child Prostitution, pornography And Trafficking in children for sexual purposes), una rete internazionale di Ong presente in 70 Paesi.
(...) Si abbassa l’età del turista sessuale, «che non corrisponde più al cliché del "vecchio ricco e bavoso". La media è intorno ai 27 anni, i low cost permettono di spostarsi di più, il Web consente di gestire tutto da soli e di oltrepassare le "dighe" che avevamo cercato di erigere a difesa di questi ragazzi».

Mi chiedo quanti di quegli italiani bloccati all'aeroporto thailandese rispondono al profilo del perfetto stupratore in vacanza?
Non essendo periodo di ferie mi colpisce un numero di turisti così ampio in un paese più famoso per la sua prostituzione che per i suoi templi.
Il paese dove è stimato il maggior numero di bambini vittime é la Cina (600 mila) seguito da India (575 mila), Messico (370 mila), Thailandia (300 mila); Nepal (200 mila), Filippine (100 mila). Nello Sri-Lanka (30 mila), l'80% dei bambini coinvolti nello sfruttamento sessuale sono maschi.
Nel corso del Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei bambini tenutosi a Stoccolma, sono stati delineati i motivi che spingono il “turista” a recarsi presso uno dei “paradisi del sesso” con lo scopo di avere rapporti sessuali coi bambini:

- I bambini sono deboli e non possono difendersi;

- I bambini provengono da famiglie disgregate in miseria oppure sono stati sottratti alle loro famiglie;

- Poiché viene loro offerto questo “prodotto” alcuni pensano che sia un loro diritto approfittarne;

- Per il gusto della trasgressione: il piacere di uscire dagli schemi e di poter fare impunemente ciò che è vietato nel proprio paese;

- Per ignoranza e superficialità: per un europeo può essere difficile stabilire l’età di un bambino di un’altra razza che gli viene offerto come merce sessuale;

- Enormi interessi economici;

- Il mito del sesso con una vergine aumenti la potenza sessuale;

- La convinzione che i bambini siano esenti da malattie veneree, il che è un grave errore in quanto sono loro che tendono ad infettarsi di più e più rapidamente degli adulti.

E’ difficile sia fare una stima che delineare il profilo del turista, in generale però si tende a distinguere due gruppi di clienti:
- I clienti abituali hanno una definita e chiara preferenza per i minori. Vi rientrano i pedofili interessati esclusivamente a bambini prepuberi. Sono per lo più soggetti impegnati in attività sociali con bambini (insegnanti, assistenti sociali, istruttori sportivi) che sia nel paese in cui vivono che al di fuori ricercano attivamente i bambini per soddisfare i loro bisogni sessuali.

- I clienti occasionali invece, pur avendo sempre represso in patria tale tipo d’attrazione sessuale, arrivano ad abusare di un minore perché per il luogo, le circostanze ed il tempo, tale azione non rappresenta un comportamento particolarmente abietto. Nel loro paese di residenza conducono una vita sessuale che rientra nella norma, ma appena possono sono ben disponibili a lasciarsi attrarre da esperienze inedite.

martedì 2 dicembre 2008

Governo ladro!


Riporto integralmente il trafiletto apparso sul sito di Sky riguardante lo sconsiderato raddoppio dell'IVA.


“In una fase di crisi economica i governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese. Il governo italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio delle tasse sul vostro abbonamento a SKY dal 10 al 20%, un aumento delle tasse per 4 milioni e 600 mila famiglie. Questo anche se durante la scorsa campagna elettorale il governo aveva promesso di non aumentare le tasse alle famiglie italiane” recita il testo. Che la decisione non sia popolare lo provano l’intasamento della casella di posta elettronica del governo. Ma anche il dibattito innescato nel forum di SKY.it e l’ondata di messaggi contro la misura del governo. Oltre alla stampa, che ha dedicato al raddoppio dell’Iva sulla pay tv le prime pagine dei giornali, anche il mondo della rete e dei blogger è sceso in campo, con analisi sulle tabelle dell’Iva, o riflessioni sul conflitto di interesse , o con dichiarazioni di stima incondizionata: “ Io sto con Sky. Perché (…) non è il maggiore competitor di Mediaset: è l'unico competitor di Mediaset, sveglia! E sto con Sky perché non mi tratta da mentecatto, perché siccome pago un abbonamento mi dà quello che sottoscrivo e lo chiama "abbonamento" e non ha mai preteso che pagassi prima di fare un contratto con loro; non pretende che lo Stato si occupi dei suoi affari, la sovvenzioni, la salvi, la disfi, la venda, la la la”.Sono addirittura nati dei gruppi su Facebook, come "No all'aumento dell'Iva ai clienti SKY tv" o "Boicottiamo Berlusconi".


Per chi vuol dare un segnale al Governo ma non è riuscito a mandare il proprio messaggio alla Presidenza di Consiglio, c’è la possibilità di utilizzare un altro indirizzo mail:
segreteriabonaiuti@governo.it

lunedì 1 dicembre 2008

Dinosauri in soffitta

Qualche tempo fa ho comprato un libro molto affascinante: Douglas Preston, Dinosauri in soffitta, Alacran edizioni.
Doug Preston è uno dei miei autori preferiti; insieme a Lincoln Child hanno scritto romanzi d’avventura veramente avvincenti. La loro particolarità è di mescolare la scienza e l’improbabile. Relic e Reliquary parlano di una nuova specie di ominide piuttosto aggressivo e strettamente imparentato con l’homo sapiens, Mount Dragon parla di una base ipertecnologica nel deserto americano e di un tesoro sepolto da secoli in un canyon, Ice limit parla della scoperta nella Terra del fuoco di un meteorite dotato di caratteristiche uniche, la Stanza degli orrori (forse il più bello) parla dell’uomo che attraverso anni di orribili esperimenti scientifici ha forse scoperto l’elisir di lunga vita, Marea cerca di risolvere il mistero archeologico del Money Pit (di cui ho parlato qui) cercando di darne una spiegazione verosimile anche se fantasiosa. Il pregio di questi autori è quello di viaggiare sempre sulla soglia tra due mondi: quello della fantasia e quello della scienza. Inoltre hanno partorito uno dei personaggi più interessanti della letteratura investigativa dopo Sherlock Holmes: l’agente speciale Aloysius Pendergast. Uomo dalla cultura sconfinata e dai mille talenti.
Il libro di cui parlo oggi invece tratta solo di storie vere. In realtà non è neanche una vera novità visto che fu in occasione di questa pubblicazione che Preston e Child si conobbero. Preston propose il manoscritto alla casa editrice e Child gli fece da editor. Dopo la pubblicazione in America di questo libro i due divennero amici e scrissero a quattro mani tutti gli altri avvincenti romanzi. Dinosauri in soffitta racconta la storia del Museo di storia naturale di New York attraverso le stanze che ospitano i vari reperti.
Talvolta si tratta di oggetti unici, talvolta la storia dietro al reperimento di un oggetto è una vera e propria avventura. Ieri ho letto il capitolo che racconta di come i primi anni del secolo passato abbiano visto diversi musei scatenarsi nella caccia al fossile di dinosauro. Curatori spietati, paleontologi rivali che si screditavano a vicenda, falsi scientifici e cacciatori di dinosauri sguinzagliati per tutta l’America a caccia del dinosauro più grande e più completo. Il T Rex deve il suo nome a Barnum Brown che ne trovò per primo il fossile: il re delle lucertole predatrici. deve essere stato un momento unico! Anche se per Brown il ricordo più impressionante fu quando i suoi figli trovarono un fossile di dinosauro dal becco ad anatra che aveva ancora brandelli di pelle e carne fossilizzati.
Un’altra storia che mi ha particolarmente entusiasmato è quella del ritrovamento del più grande meteorite del mondo.
Robert Edwin Peary esploratore statunitense. Ingegnere civile della marina degli Stati Uniti, nel 1892 fece il suo primo viaggio esplorativo in Groenlandia durante il quale percorse circa 800 km e scoprì la baia a cui diede il nome di Independence Bay.
Nel corso del suo secondo viaggio, nel 1895, esplorò l'area più settentrionale della grande isola, che da allora è nota come Terra di Peary, e, dopo qualche anno, ne raggiunse l'estremità settentrionale (la terra emersa più a nord del mondo, a 83° 20'), cui diede il nome di Kap Morris Jesup. Peary dimostrò che la Groenlandia è un'isola e non parte del continente, e che la sua copertura di ghiaccio non si spinge oltre gli 82° di latitudine nord. Nel corso dei suoi viaggi studiò gli usi e i costumi degli Inuit, dai quali imparò le tecniche per sopravvivere nell'ambiente artico.
Esiste ancora una diatriba tra gli studiosi su chi raggiunse per primo il polo nord (se Peary o Cook).
Durante le sue esplorazioni Peary notò che gli Inuit usavano utensili ferrosi come per esempio gli arpioni, nonostante non fosse loro nota la metallurgia. Tutte le testimonianze parlavano di una montagna caduta dal cielo ed è inutile dire quanto l’informazione solleticò la curiosità dell’esploratore. Nel 1894 Peary, con l’aiuto di una guida locale raggiunse l’isola di Saviksoah, al largo di Capo York dove trovò non uno ma ben tre meteoriti chiamati dagli Inuit: la Tenda, la Donna e il Cane. Il più grosso (la Tenda) pesava 31 tonnellate e ci vollero tre anni per organizzarne lo spostamento e l’imbarco. Per compiere l'opera fu necessaria addirittura la costruzione di un'apposita ferrovia, la prima in Groenlandia. L'esploratore fu ripagato dei suoi sforzi dal Museo di Storia naturale di New York che acquistò gli esemplari, tutt'ora in mostra nelle sue sale, per 40000 dollari. Quando Peary era sulla nave con il gigantesco meteorite issato a bordo, sua figlia indicò l’immensa massa pronunciando una parola incomprensibile: ahnighito!
Questo è ancora il nome del meteorite.
Visto che nessun pavimento avrebbe retto al peso di Ahnighito, la massa principale di 31 tonnellate in mostra nella sala Arthur Ross Hall, il museo dovette realizzare un robusto supporto appoggiato direttamente sullo strato roccioso che giace al di sotto del museo.

venerdì 28 novembre 2008

I know what I like - Genesis testo e traduzione

It's one o'clock and time for lunch,
When the sun beats down and I lie on the bench
I can always hear them talk.
There's always been Ethel:
'Jacob, wake up! You've got to tidy your room now.'
And then Mister Lewis:
'Isn't it time that he was out on his own?'
Over the garden wall, two little lovebirds - cuckoo to you!
Keep them mowing blades sharp...
I know what I like, and I like what I know;
getting better in your wardrobe, stepping one beyond your show.
Sunday night, Mr Farmer called, said:
'Listen son, you're wasting your time; there's a future for you
in the fire escape trade. Come up to town!'
But I remebered a voice from the past;
'Gambling only pays when you're winning'
- I had to thank old Miss Mort for schooling a failure.
Keep them mowing blades sharp...
I know what I like, and I like what I know;
getting better in your wardrobe, stepping one beyond your show.
When the sun beats down and I lie on the bench,
I can always hear them talk.
Me, I'm just a lawnmower - you can tell me by the way I walk.


So quello che mi piace (nel tuo armadio)
(Testo basato sul dipinto di copertina – traduzione di Armando Gallo)

È l’una ed è l’ora di pranzo,
quando il sole batte ed io sono sdraiato sulla panchina,
sento sempre che parlano.
C’è sempre stata Ethel:
“Jacob sveglia! Devi mettere in ordine la tua stanza”.
E poi Mister Lewis:
“Non è ora che si arrangi da solo?”
Sopra le mura del giardino, due uccellini – cucù a te!
Tieni affilate quelle lame da falciatrice…

So quello che mi piace, e mi piace quello che so;
migliorando nel tuo armadio, diventando migliore nell’aspetto.

Domenica sera, Mr. Farmer è venuto, ha detto:
“Senti figliolo, stai sprecando il tuo tempo; per te c’è un futuro
nel mestiere delle uscite di sicurezza. Vieni in città!”
Ma ho ricordato una voce dal passato;
“Il gioco ripaga solo quando si vince”.
- Ho dovuto ringraziare Miss Mort per aver prodotto un fallito a scuola.
Tieni affilate quelle lame da falciatrice...

So quello che mi piace, e mi piace quello che so;
migliorando nel tuo armadio, diventando migliore nell’aspetto.

Quando il sole batte ed io siedo sulla panchina,
sento sempre che parlano.
Io? Sono solo una falciatrice di prati – lo vedi dal modo in cui cammino.

mercoledì 26 novembre 2008

Le pillole rosse dell’arte

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

martedì 25 novembre 2008

Uomini e croci


Sull’Osservatore Romano del 24/25 novembre è pubblicato un articolo dello scrittore Juan Manuel de Prada intitolato Una semplice croce. L’articolo critica la sentenza con cui il giudice Alejandro Valentin di Valladolid ha permesso la rimozione dei crocefissi da una scuola pubblica, in nome della laicità dello stato.
Riporto alcuni stralci: “Il crocifisso, in definitiva, può offendere solo quanti vogliono - e in questo consiste in realtà il laicismo, per quanto si nasconda dietro alibi giuridici - che lo Stato diventi un nuovo dio, con potere assoluto sulle anime (…) Da qualche tempo, un impulso autodistruttivo si sta impossessando dell'Europa, trovando la sua espressione più triste e pervicace nell'ansia di cancellare dalla nostra memoria il lascito morale e culturale del cristianesimo; e in Spagna questo impulso autodistruttivo assume espressioni violente. Come gli scorpioni che si pungono con il proprio pungiglione e agonizzano vittime del loro veleno, si direbbe che noi europei abbiamo deciso di annichilirci, emarginando e dimenticando l'eredità storica che ci costituisce. S'inizia a confondere la sana laicità dello Stato con una belligeranza antireligiosa che cerca di negare all'uomo il suo vincolo con la trascendenza, che cerca di cancellare la nostra genealogia spirituale e culturale.(...) Riferendosi alla situazione sociale del Paese, il cardinale Rouco Varela ha rilevato che la storia della Spagna degli ultimi due secoli è stata, per disgrazia, segnata da tensioni che più di una volta sono degenerate in contrasti fratricidi. L'ultimo e il più terribile di tutti negli anni Trenta, nel contesto di una situazione internazionale caratterizzata da ideologie totalitarie di diverso segno. Si tratta di perseguire, senza rimozioni e codardie, "un'autentica e sana purificazione della memoria", fondata sugli alti ideali della giustizia, della libertà fino a quello evangelico del perdono e dell'amore fraterno. A tale cammino di riconciliazione tra le persone sono chiamate specialmente le giovani generazioni, che devono superare il pesante passato dimenticando rancori e contrasti.
Le reazioni italiane come al solito offrono materia per satira e risate da tutto il mondo.
Pierferdinando Casini afferma che paesi come Italia e Spagna hanno un’identità cristiana e che “i sani principi della laicità” non si possono confondere “con un laicismo di stato” che non lascerebbe spazio “al bisogno innato di religiosità” e che potrebbe sradicare “dalla nostra vita Dio e la religione”.
Molto più teatrale Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa (mi viene da ridere solo a pensare alla carica istituzionale che ricopre questo beone): “il crocifisso non un solo un simbolo religioso, ma è il simbolo di quei valori su cui abbiamo costruito la nostra storia e la nostra civiltà”. Rinunciare ad essi saebbe segno di una crisi “molto più grave” di quella economica in corso, tanto da far sentenziare: “Le crisi economiche si superano solo partendo dai valori, diversamente ci sarà l’Apocalisse”. (!!!!!!!! L'Apocalisse! Cazzo! Questo ha scomodato pure l'Anticristo!)
L’unica voce razionale non poteva che venire da un matematico laico: Piergiorgio Odifreddi, autore del libro Perche' non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) edito da Longanesi sostiene che “anche la Spagna, dopo tanti anni di franchismo sta diventando un paese civile: sentenze come questa sembrano anormali a noi che abbiamo una tradizione diversa, anche se mettere i crocifissi nei luoghi pubblici è un modo un po’ surrettizio di fare propaganda religiosa, come lo è d’altronde l’ora di religione”. Ricordando la sentenza di qualche anno fa che ammetteva la rimozione dei crocefissi dai luoghi pubblici in Italia (contestata proprio dalla “laica” Boniver), Odifreddi ricorda: “Mi colpì la reazione del mondo politico: lo stesso presidente Ciampi (quello della vignetta qui sopra) disse che questa era una sentenza assurda, e che non andava seguita. Mi sembrò un comportamento abbastanza singolare per un Presidente della Repubblica, e che la dice lunga su quanto da noi il concetto di laicità sia piuttosto avveniristico”. Odifreddi sostiene che il problema non è la Chiesa, che “ritiene di avere un messaggio da dare, ed è giusto che usi tutti i mezzi possibili per diffonderlo, ma della classe politica”.
Dovremmo seguire i consigli del cardinale Rouco Varela e dimenticare rancori e contrasti? Ma cosa ci chiedono di dimenticare esattamente?
Tutte le porcate che furono fatte in nome di Dio? E non parlo delle Crociate medievali.
Beh io non ho alcuna intenzione di dimenticare.
Non voglio dimenticare del sostegno ai regimi totalitari in Sud America, né del sostegno al franchismo. In particolare oggi non voglio dimenticare un recente studio della storica Lucia Ceci docente di Storia contemporanea all'università di Roma Tor Vergata, la quale ha rispolverato un documento del 24 agosto 1937, in cui il cardinale Jorio mette per iscritto, all'attenzione di Papa Pio XI, un parere sconcertante rispetto al senso comune della morale cattolica.
La Chiesa avrebbe dovuto collaborare — «nei giusti limiti» del diritto canonico — alla campagna per la «sanità della razza». Le «ibride unioni» (tra uomini italiani e donne abissine; parliamo della guerra d’Africa) andavano impedite «per i saggi motivi igienico-sociali intesi dallo Stato»: «la sconvenienza di un coniugio fra un bianco e un negro», e «le accresciute deficienze morali nel carattere della prole nascitura». Segue l'approvazione papale del documento firmato dal cardinale Jorio, trasmesso alla nunziatura d'Italia già il 31 agosto di quel 1937.
Dobbiamo dimenticare anche questo?

lunedì 24 novembre 2008

L'onore di Angelino

"La mafia è sempre equivalente alla morte e alla barbarie assoluta: uccide gli uomini, la speranza del futuro e la dignità dei vivi [...] Con il pacchetto sicurezza e con le ulteriori norme che abbiamo approvato e che ci apprestiamo ad approvare abbiamo messo in campo una straordinaria offensiva antimafia come ai tempi di Falcone […] Maroni si conferma un campione dell'antimafia e noi siamo uniti come giocatori di un'unica squadra che si chiama Stato" (Angelino Alfano, 10 novembre 2008).
Tanto per cambiare cito Micromega per riportare questa dichiarazione del vostro (non certo mio) ministro della giustizia Angelino Alfano. Ricordo che appena fu nominato ministro lessi da qualche parte che, negli anni della sua giovinezza, vantava di aver partecipato ad una raccolta di firme di giovani siciliani in favore di Marcello Dell’Utri (eh vantati vantati!), contro la persecuzione che la magistratura stava operando ai danni di questo galantuomo… o uomo d’onore che dir si voglia.
Per chiarire di cosa sto parlando rendo noto il profilo di Dell’Utri: braccio destro di Berlusconi, già condannato in via definitiva per false fatturazioni e frode fiscale, sotto processo per estorsione mafiosa, imputato a Palermo in appello con l’accusa di aver organizzato, insieme a falsi pentiti, accuse al fine di screditare veri pentiti di mafia.
Dulcis in fundo: Dell’Utri è stato condannato in primo grado a nove anni con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Ancora da Micromega: “La sentenza dell’11 dicembre 2004, emessa dal tribunale di Palermo, inchioda Dell’Utri per «episodi ed avvenimenti dipanatisi nell’arco di quasi un trentennio, e cioè dai primissimi anni settanta fino alla fine del 1998» che comprovano «contatti diretti e personali» con esponenti di Cosa Nostra e il ruolo «di costante mediazione... tra quel sodalizio criminoso, il più pericoloso e sanguinario nel panorama delle organizzazioni criminali operanti nel mondo, e gli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi con particolare riguardo al gruppo Fininvest» […] «consentendo... che Cosa Nostra percepisse lauti guadagni a titolo estorsivo dall’azienda milanese facente capo a Berlusconi, intervenendo nei momenti di crisi tra l’organizzazione mafiosa ed il gruppo Fininvest... e promettendo appoggio in campo politico e giudiziario». Pertanto, scrivono i giudici, la pena per Dell’Utri «deve essere ancora più severa... dovendosi negativamente apprezzare la circostanza che l’imputato a voluto mantenere vivo per circa trent’anni il suo rapporto con l’organizzazione mafiosa (sopravvissuto anche alle stragi del 1992 e1993)».”
Naturalmente il vostro ministro della giustizia, oltre a raccolgiere firme durante la sua debosciata gioventù, non ha potuto fare a meno di esternare le sue simpatie per Big Marcello e così esprime il suo parere sulla sentenza di condanna: ? “E’ una delle sentenze cui il giudizio su una persona è l’opposto dell’opinione che tantissimi, e io per primo, hanno di lei. Una sentenza che produce questo risultato, inquieta. Noi lo consideriamo da sempre, colto, sensibile, innocente
” (14 febbraio 2005, ‘Il Giornale’).
Traducendo,(se ce ne fosse bisogno) si può dire che siccome secondo lui Big Marcello è un grand’uomo, non è giusto condannarlo, perché ciò significherebbe andare contro l’opinione di molti!naturalmente il nostro mitico Angelino non si è sottratto dal difendere quel Salvatore Cuffaro, pietra dello scandalo della regione Sicilia, filmato a confabulare dietro un cespuglio insieme ad alcuni mafiosi e intercettato in conversazione con gli stessi e condannato a 5 anni (lui però ha festeggiato la sentenza perché fu esclusa l’aggravante mafiosa). Tanto per capire di chi stiamo parlando Totò Cuffaro è quello che qui insulta Giovanni Falcone dandogli del persecutore.
Su Micromega leggo che c’è un altro filmato degno di Martin Scorsese che ritrae il nostro mitico Angelino Alfano “nel 1996 abbracciare e baciare, al matrimonio di Gabriella Napoli e Francesco Provenzani, il padre della sposa, Croce Napoli, titolare di una fedina penale di tutto rispetto: arresto per associazione mafiosa, concorso in sequestro di persona, in omicidio e indicato dagli investigatori come «capo dell’omonima cosca mafiosa facente capo a Cosa nostra, operante in Palma di Montechiaro e nei centri limitrofi». Beh niente male. Che cosa dice Alfano? Prima nega ogni suo coinvolgimento: ”Io non ho mai partecipato a matrimoni di mafiosi o dei loro figli, non conosco la sposa, Gabriella, né ho mai sentito parlare del signor Croce Napoli. Non ho nessuna memoria o ricordo di questo matrimonio”. Poi però, visto che le immagini parlano da sole, il giorno seguente ritratta la versione: “Adesso ricordo, adesso che ho appreso altri particolari su quel matrimonio, ricordo di esserci stato, ma su invito dello sposo e non della sposa. A quel matrimonio fui invitato dallo sposo, mio conoscente. Non conoscevo la sposa, men che meno suo padre che, ovviamente, mi fu presentato lì quale suocero dello sposo e che, solo adesso, apprendo essere tale Croce Napoli di cui nella mia vita ho sempre ignorato l’esistenza. Purtroppo la Sicilia è una terra difficile e martoriata dove, qualche volta, anche l' educazione e la cortesia di consegnare personalmente un regalo a uno sposo felice può produrre fastidiosi effetti collaterali”. Niente di penalmente rilevante ovviamente e va aggiunto che può capitare forse a chiunque, magari non dovrebbe accadere a un deputato regionale (la carica ricoperta all’epoca da Alfano) in Sicilia.”